L’Isola dei Famosi naufraga e il relitto affonda nel limbo dei programmi sospesi.
Anna Maria Tarantola, il presidente della Rai in carica, nominata dal governo Monti lo scorso 8 giugno, pretende ed impone un nuovo modello di televisione ispirato al buon gusto e distanziato da modelli negativi, diseducativi e provocatori. Insomma un cambio di rotta epocale: una più attenta considerazione dei contenuti prima che dei risultati economici.
Ilaria Dallatana, amministratore delegato di Magnolia, che produceva lo show per Raidue, ha dichiarato: “Mi dispiace, è un programma con una storia importante, lo scorso anno era stato rivisitato e rinnovato. Che dire? spero che ci ripensino. Ma dubito”.
Al posto dell’Isola un talent show: ‘The Voice’. Si tratta di un talent show musicale che la Rai aveva già acquistato da tempo ma non riusciva a mettere in opera a causa dei costi eccessivi.
La decisone variamente criticata, non è del tutto esecrabile.
L’Isola dei Famosi continuava a scadere nella volgarità, negli ultimi anni molti sono stati gli ospiti capaci di esibirsi in spettacoli di mal costume. Spesso trivialità, grossolanità e sgarbatezza sono state persino ostentate e presentate al pubblico come manifestazioni di sincerità.
Quasi nessuna delle volgarità subite dal pubblico è stata debitamente punita, anzi – nel corso dell’ultima edizione – ospiti educati e dignitosi come Cristiano Malgioglio o Enzo Paolo Turchi hanno persino deciso di abbandonare l’Isola.
Il successo di un programma tv non dovrebbe misurarsi solo in termini numerici; nella valutazione di un evento mediatico andrebbe considerato anche un altro aspetto: quello socio – culturale, relativo alla ricaduta sociale del messaggio televisivo.
È forse giunto il tempo della considerazione culturale del messaggio televisivo e dello strumento tv?