Più che le verdure e gli ortaggi in sé, ai bimbi pare che non piacciano i loro nomi: spinaci, fagioli, lenticchie hanno per loro un suono poco attraente, ma quando a questo aggiungiamo un po’ di fantasia ecco che avviene la magia.
Brian Wansink, David Just, Collin Payne, e Matthew Klinger, della Cornell University, hanno condotto una serie di studi, pubblicati sul sito foodpsychology.cornell.edu, coinvolgendo 147 bambini dagli 8 agli 11 anni, provenienti da cinque scuole diverse e differenti per etnia ed estrazione economica e sociale, ai quali – nelle mense – le verdure, gli ortaggi ed i legumi sono stati presentati con nomi di fantasia: e così, le carote sono diventate “speciali carote dalla visione a raggi X”, i broccoli “broccoli pro-pugni duri” ed il risultato è stato un aumento del loro consumo, da parte dei bambini, pari al 66% contro il consueto 35%.
Un incremento significativo e sorprendente che dimostra che l’uso di nomi buffi, accattivanti e di fantasia può far aumentare il consumo di questi alimenti e rendere, di conseguenza, la dieta dei nostri bambini più sana ed equilibrata. E il tutto praticamente a costo zero.
E allora, non solo aeroplanini che volano cercando di atterrare nelle bocche dei più piccini, verdure presentate con le forme più buffe, sotterfugi vari che mirano a mascherare questi alimenti, dare il buon esempio mangiando le verdure di gusto, ma diamo spazio anche alla fantasia “onomastica”.
Perché l’educazione alimentare passa pure attraverso i sensi e le percezioni.