Gli scienziati hanno formulato una semplice serie di domande che possono mettere in guardia i genitori e rivelare se i capricci dei loro figli possano essere segnali precoci di disturbi mentali.
Il team della Northwestern University sostiene che questo nuovo strumento aiuterà a prevenire il dilagante etichettare infondato verso alcuni bambini e i trattamenti speciali inutili per ciò che spesso è solo frutto di tipiche birichinate infantili.
Il professor Lauren Wakschlag, della Northwestern University degli Stati Uniti, dichiara che: “Questo test fornisce una misura indicativa per dirci quando i capricci sono abbastanza frequenti da poter disturbare un bambino e creare delle difficoltà […]. Forse, per la prima volta, abbiamo uno strumento tangibile per aiutare i genitori, i dottori e gli educatori a sapere quando la frequenza e la tipologia dei capricci possano essere un segnale di un problema più profondo e serio”.
Nello studio, i ricercatori hanno chiesto, ai genitori di 1500 bambini tra i 3 e i 5 anni, notizie sul comportamento dei loro figli, inclusa la frequenza, tipologia e gravità delle variazioni di umore dei loro bambini negli ultimi mesi. Inoltre, si è chiesto di segnalare episodi di collera, insonnia notturna, bullismo e rivalità tra fratelli. Le mamme hanno anche stilato una classifica dei 50 aspetti più impegnativi dell’essere genitori.
Riguardo a cosa poter fare per i capricci i bambini sono molto chiari: possono rispondere alle lamentele dei genitori solo se è conveniente per loro!
La prima infanzia è un periodo critico in cui poter capire veramente i problemi perché, altrimenti, una volta radicati diventano più difficili da trattare.
Il professor Wakschlag dice: “Abbiamo definito gli aspetti dei capricci così come vengono manifestati nella prima infanzia”.
Il questionario si basa ora su 118 domande ma i ricercatori si augurano, attraverso le più avanzate tecniche di misurazione della scienza, di poter ridurre i quesiti a 25 domande-chiave e confezionare una versione più semplice, alla portata di tutti. Si spera che il nuovo questionario possa aiutare i ricercatori a segnalare abbastanza precocemente i bambini che possano avere potenziali problemi, in modo da migliorare le cure da poter loro dedicare.
Un ultimo obiettivo del team di ricercatori sarebbe quello di creare un modulo da compilare, da parte dei genitori, nella sale di attesa dei pediatri, con un computer che generi immediatamente un responso che i medici possano visionare prima dell’appuntamento.
Lo studio fatto svela che una tipica scenata di capricci può spesso scaturire quando un bambino si sente stanco o frustrato mentre svolge attività di routine come andare a letto, mangiare o vestirsi.
In ogni caso, alcuni capricci possono manifestarsi anche improvvisamente o essere così intensi da sfinire il bambino. Quando questi episodi accadono regolarmente, possono diventare un segnale di allarme tale da destare preoccupazione.
Il Manuale Statistico e Diagnostico sui Disturbi Mentali (DSM), comunemente usato fino ad ora, non fornisce però marcatori specifici, in base all’età, per determinare segni clinici di qualche importanza. Per esempio: un sintomo di problemi comportamentali nel manuale è spesso definito come: “perde spesso la calma”.
Il professor Wakschlag chiarisce che: “La definizione “spesso” può essere interpretata in maniera molto diversa per bambini più piccoli o più grandi e dipendere anche dal livello di stress e sopportazione della famiglia o, viceversa, dipendere da altri fattori attenuanti”. “Poiché molti bambini in età prescolare fanno capricci, questo criterio così vago rende molto difficile determinare quando questo comportamento abbia un vero significato clinico nella prima infanzia”. “C’è davvero il pericolo che bambini in età prescolare, che di fatto hanno un comportamento nella media, vengano etichettati ingiustamente e trattati poi inutilmente con farmaci”.
“D’altro canto – prosegue il professore – i pediatri vengono penalizzati dalla mancanza di metodi standard per determinare quando il comportamento del bambino rifletta problemi più seri e allo stesso modo possono anche sottovalutare atteggiamenti, invece, preoccupanti. Ecco perché è così importante avere strumenti che possano, in modo preciso, stabilire quando le preoccupazioni siano giustificate in questa fascia di età.”
I ricercatori ammettono che sono stati sorpresi dal numero di episodi di capricci reali, malgrado la reputazione di capricciosi che hanno solitamente i bambini piccoli, la nuova ricerca rivela che meno di uno su dieci fa capricci quotidianamente.
Studiando e diagnosticando se questi capricci siano effettivamente segni di problemi mentali futuri, gli scienziati hanno infatti fatto una scoperta sorprendente. Si sono resi conto che secondo il “sentire comune” i bambini avevano più episodi di collera di quanti siano emersi dalla ricerca e siano in effetti realmente tali.
Insomma, poveri bambini spesso sono solo vittime di una cattiva reputazione! I risultati della ricerca sono stati pubblicati a cura di “The Journal of Child Psychology and Psychiatry” (rivista di psicologia e psichiatria infantile).
Un questionario, dunque, che, immaginiamo, la maggior parte delle mamme compilerebbe, anche se, a quanto pare, per noi mamme gli episodi di capricci insopportabili sono molto di più di quanto non stabilisca la “madre scienza”!!!
Tratto da: www.dailymail.co.uk