Il re dei fast food, McDonald’s, è accusato di aver violato le norme di tutela della privacy on-line dei minori.
La legge americana (il Children’s Online Privacy Protection Act) vieta di raccogliere informazioni personali e protette su bambini al di sotto dei 13 anni senza il consenso – verificabile – dei genitori, ed è invece quello che avrebbe fatto la multinazionale americana, attraverso il suo sito internet HappyMeal.com, invitando i bambini a fornire l’indirizzo e-mail degli amici di giochi.
Una pratica abituale e normale – quella del “tell a friend” o “refer a friend” – nei siti per adulti, ma non corretta né lecita in quelli dedicati ai minori.
A riportare l’accaduto è il New York Times ed a sostenerlo sono 20 associazioni per la protezione dei diritti civili dei minori, tra cui il Center for Digital Democracy e l’American Academy of Child and Adolescent Psychiatry, che intendono presentare ricorso alla Federal Trade Commission, l’agenzia del governo statunitense che si occupa della difesa dei consumatori e del rispetto delle regole del commercio, e chiedono che, oltre a controllare con attenzione i siti in questione, vengano anche esaminate le pratiche di marketing utilizzate dai siti dei grandi marchi per bambini.
Sul banco degli imputati, oltre McDonald’s, anche le tv Cartoon Network (di proprietà della Turner) e Nickelodeon (di proprietà di Viacom) e General Mills, che con i siti TrixWorld.com e ReesesPuffs.com pubblicizza cereali per la prima colazione.