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Alcolismo danni fisici e psicologici, tutto ciò che c’è da sapere

di Dott. Giuliano Gaglione

18 Agosto 2012

L’alcolismo è una patologia dovuta ad un’eccessiva ingestione di alcool che comporta non solo dei danni all’organismo ma si riflette anche sulla sfera psichica.

In particolare nel momento in cui viene ingerita di tale sostanza, il 90% dell’alcool assunto, tramite un processo di ossidazione che avviene da parte di alcuni enzimi (Gamma-GT) situati all’altezza del fegato, viene trasformato in zuccheri che si diffondono per tutto l’organismo tramite la circolazione sanguigna, mentre il restante 10% viene espulso attraverso la cute, i reni e i polmoni.

A tal punto è doveroso effettuare una differenziazione tra alcolismo acuto e cronico: nel primo caso il corpo, dopo una dose eccessiva e soprattutto soggettiva di alcool, l’individuo riesce ad espellere la sostanza nell’organismo, questo è il tipico fenomeno in cui ci si ubriaca, con i conseguenti effetti collaterali, ovvero mancanza del controllo degli impulsi, perdita dei sensi, eccessive o inadeguate emozioni in relazione a determinati eventi e così via; nel secondo caso, quando si beve con frequenza dosi eccessive di alcool, gli enzimi non sono più sufficienti a tollerare la sostanza assunta, per cui nel soggetto l’alcool diviene parte integrante dell’ organismo.

Dunque, nel momento in cui tale individuo ingerisce anche solo una goccia d’alcool, si attiva un “campanello d’allarme” per cui tutto il suo corpo necessità di una quantità elevata di tale sostanza, (ovvero 1.000-1.200 mg/100 ml, rispetto ai segni di intossicazione presenti in soggetti non alcolisti che equivalgono a 200 mg/100 ml) per raggiungere un equilibrio che in realtà è dannoso e nocivo.

Pertanto se questa dipendenza è innanzitutto di tipo fisico, qual è la funzione dello psicologo?

La figura dello psicologo entra in gioco nel momento in cui un soggetto alcolista decide di smettere di bere: in questa situazione il professionista oltre ad indagare sulle circostanze che hanno comportato la messa in atto di questa condotta, chiede come mai abbia deciso proprio adesso di smettere di bere e quali siano le sue aspettative una volta disintossicato.

Inoltre l’individuo viene informato che attualmente la scienza allo stato attuale non può ancora curare da un punto di vista fisico tale patologia, tuttavia una volta disintossicato, per poter vivere in buona salute, egli non deve più ingerire neanche una goccia d’alcool in nessuna circostanza, altrimenti si innesca un meccanismo corporeo in base al quale è necessario assumere dosi elevati della sostanza, danneggiando di conseguenza l’organismo; pertanto egli deve fare a meno non solo delle bevande alcoliche ma anche dell’aceto sull’ insalata, dei cioccolatini o caramelle contenenti alcool; tale situazione comporta anche dei disagi da un punto di vista sociale perché ad esempio un soggetto ex alcolista non potrà più brindare con lo champagne in compagnia di persone care.

Questa notizia suscita differenti reazioni, dallo sconforto, alla sorpresa, dall’alibi per evitare ulteriori disintossicazioni a chi già ne era consapevole e così via.

Dunque, a tal punto inizia per l’alcolista il percorso di disintossicazione vero e proprio che rappresenta in effetti una gabbia dorata in cui si sente protetto e curato per questa sua patologia.

Può accadere che parallelamente alla terapia farmacologica, l’assistito possa essere supportato anche psicologicamente, difatti non sono infrequenti i casi in cui psicologi e psicoterapeuti lavorino col paziente al fine di analizzare la sua situazione attuale alla luce del percorso terapeutico in corso, esplorare le aspettative una volta uscito da questa “gabbia dorata” ed ahimè ricordargli che la vera scalata contro l’alcool la dovrà affrontare una volta che riprende la propria vita.

A tal proposito si consiglia all’individuo di intraprendere un percorso terapeutico di tipo supportivo per affrontare le vicissitudini in cui egli stesso potrebbe imbattersi durante la quotidianità post-degenza.

In Italia il numero di alcolisti ammonta ad un milione e mezzo e l’assunzione di tale sostanza spesso è la causa di comportamenti violenti come abusi, abbandoni, difficoltà relazionali ed altro; inoltre una buona fetta di tali soggetti è affetto da patologie alcol-correlate come epatiti, pancreatiti e quant’altro e a tal proposito mi preme ricordare che nel nostro paese le persone decedute ogni anno a causa dell’alcolismo sono circa ventimila, mentre in tutto il mondo sono due milioni e mezzo, un numero superiore ai decessi causati dall’Aids e dalla tubercolosi.

Se allarghiamo gli orizzonti psicologici relativi al fenomeno dell’alcolismo, si può riscontrare che se da un lato tale patologia colpisce indubbiamente sia da un punto di vista fisico che psicologico il soggetto affetto, dall’altro anche la famiglia e le persone che gli sono attorno si ammalano di “dipendenza dal dipendente”, ovvero conducono la loro vita indagando scrupolosamente e con occhio ipervigile ogni condotta dell’alcolista, temono che egli stia compiendo qualche comportamento antisociale o per procurarsi il denaro necessario per comprare bottiglie o perché è sotto l’effetto dell’alcool, oppure altre volte sono essi stessi a subire atti violenti per entrambi i motivi.

Dunque si può dire che questa patologia investe la famiglia in toto e il nucleo dei cari all’alcolista i quali spesso vivono questa situazione con notevole stato tensivo.

A tal punto sono consigliabili degli interventi psicologici e psicoterapeutici non solo per il soggetto alcolista, ma anche per tutte le persone che l’attorniano in modo tale da garantire delle relazioni benefiche, cercando di affrontare tutti i disagi che tali sistemi vivono.

Concludo affermando che esistono dei centri appositi per un trattamento globale associato al fenomeno alcolismo, sono facilmente reperibili da Internet; dunque, sembrerò banale, tuttavia io credo che abbiamo avuto il grande dono di vivere e di relazionarci alla realtà per quella che è, siamo venuti al mondo dall’incrocio di infinite combinazioni cromosomiche; ci è stata “offerta” la possibilità di esserci in questa realtà, godiamocelo questo dono e se ci sono delle problematiche, cerchiamo di affrontarle, perché se ci si vuole veramente liberare da una condizione, è necessario viverla!



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