Per gli sfollati emiliani purtroppo non c’è mai pace.
Ad oltre un mese dalla principale scossa che ha colpito la regione, quella del 20 maggio, la terra non cessa di tremare e di incutere timore in chi, nonostante tutto, sta tentando di riprendersi, ove possibile, la propria quotidianità.
Domenica sera, alle ore 23.02, i sismologi hanno registrato una scossa di magnitudo 3.2. L’epicentro è stato rilevato, ancora una volta, presso le province del modenese maggiormente colpite dal sisma, ossia San Felice sul Panaro, Finale Emilia e Camposanto.
Le stesse province dove poco prima si era assistito, grazie ai maxischermi allestiti in alcuni campi di tendopoli della Protezione Civile, alla deludente finale degli europei di calcio, che ha visto la squadra italiana perdere contro le furie rosse spagnole per 4 a 0.
Dopo la sopra citata scossa, l’ Ingv ne ha poi registrate altre tre, tutte di magnitudo non superiore ai 2.3 gradi della scala Richter.
La Sala Situazione Italia del Dipartimento della Protezione Civile ha fatto sapere che al momento non si rilevano danni a persone o cose, se non quelli causati dal forte caldo.
Proprio così!
Gli oltre 16mila sfollati attualmente non stanno solo combattendo contro la paura e le scosse, ma devono vedersela anche con il caldo torrido che sta investendo l’Italia negli ultimi giorni.
Impossibile restare nelle tendopoli di giorno che, come ammettono gli stessi abitanti, vengono lasciate “disabitate” già di primo mattino, verso le 8:30 circa, per poi ripopolarsi solo in tarda serata.
Sono circa 40 i gradi percepiti all’interno dei campi delle tendopoli e a nulla sono valse le installazioni dei condizionatori al loro interno da parte della Protezione Civile; l’aria risulta essere irrespirabile.
A soffrirne maggiormente gli anziani e i bambini, vittime dei primi malori dovuti al forte caldo.