Stanotte l’Emilia Romagna ha tremato per ben 5 volte.
Dopo la piccola e breve tregua fornita dal sisma, le provincie di Modena e Mantova hanno ripreso a tremare.
L’Ingv ha registrato in totale, tra le 00.02 e le 5.45, 5 movimenti tellurici. Il più forte è stato di 3.2 gradi della scala Richter , mentre gli altri non superavano punto 2.4 di magnitudo.
Ma ciò che maggiormente sta preoccupando ed interessando il popolo dei cybernauti negli ultimi giorni è:
“Dove confluiscono i soldi della raccolti fondi effettuata tramite sms al 45500 (numero adibito alla raccolta fondi per l’emergenza dalla Protezione Civile)?”
Il dubbio credo sia più che lecito, nonché alimentato da un recente messaggio fatto circolare attraverso i più popolari social network:
NON INVIATE MESSAGGI PER LE POPOLAZIONI TERREMOTATE PERCHE’ LE BANCHE HANNO BLOCCATO TUTTI I SOLDI INVIATI CON GLI SMS!!!
Qualcuno, condividendo tale stato, si è chiesto il perché di tale “intimazione”?
Chi l’ha fatto avrà di certo appurato che la notizia originale è stata riportata da “Il Fatto Quotidiano” ed interessa sì i terremotati, ma quelli colpiti da un altro sisma, il violento terremoto che devastò l’Abruzzo nel 2009.
Ma procediamo con ordine.
Il 6 aprile del 2009, alle ore 03.32, una forte scossa di magnitudo 6.3 devastò l’intera zona dell’aquilano. Il forte sisma provocò 308 morti, 1600 feriti e circa 65.000 sfollati.
L’emergenza, gli aiuti e i lavori furono coordinati e gestititi dalla Protezione Civile, a cui all’epoca faceva capo Guido Bertolaso, che ricopriva anche al carica di sottosegretario alla presidenza del Consiglio.
La sua gestione comprendeva dunque anche la raccolta fondi tramite sms, che “fruttò” circa 5 milioni di euro destinati, secondo il pensiero dei donatori/contribuenti, all’emergenza terremoto.
Purtroppo però su quest’ultimo punto non vi fu mai né trasparenza né chiarezza.
Bertolaso infatti, a cui spettava il potere decisionale sia operativo che economico, designò quella cifra per gli aiuti post-terremoto, facendo confluire l’ingente cifra in un fondo di garanzia, bloccandolo per 9 anni.
Tale fondo è attualmente gestito dalla Etimos di Padova, la quale ha sempre mostrato piena trasparenza sulla reale destinazione e gestione di tali fondi e che continua a seguire il cosiddetto “metodo Bertolaso”, ossia i terremotati possono richiedere una piccola parte di questi fondi (che ricordiamo sono stati DONATI loro dalla generosità dei connazionali) seguendo la stessa prassi dei prestiti bancari.
Cosa vuol dire questo?
Che per ottenere qualsiasi somma, ogni terremotato deve presentare garanzie di solvibilità e pagarne i dovuti interessi.
Una vergona dalla quale attualmente si dissocia la stessa Etimos che, attraverso le affermazioni rilasciate dal presidente dell’azienda stessa, Marco Santori, fa sapere:
“Se qualcuno ha mancato nell’informazione è stata la Protezione civile che doveva precisare che i soldi erano destinati al post emergenza e non all’aiuto diretto. Noi abbiamo fatto con serietà e il risultato è quello che ci era stato chiesto”.
L’ennesima dimostrazione di come è mal gestito il nostro Paese, di come chi si trova al potere continua a fare il proprio interesse, speculando persino su coloro che, per disgrazia, hanno perso tutto e sperano in un dignitoso inizio.
Succederà la stessa cosa per i terremotati dell’Emilia Romagna?
La Protezione Civile ora ha un nuovo capo, Franco Gabrielli. Possiamo credere almeno in lui?