Grazie ad una piccola tregua del terremoto, ieri mattina gli abitanti di Mirandola, uno dei paesi maggiormente colpiti dal forte sisma, hanno vissuto un giorno di ordinaria vita quotidiana.
È stata infatti aperta al pubblico la zona rossa.
Il centro storico, reso impraticabile a causa degli ingenti danni causati dalle forti scosse che dal 20 maggio non danno tregua, è stato reso agibile e trafficabile.
Gli abitanti di quelle zone, ormai sfollati da quasi un mese, ne hanno approfittato per poter raggiungere le proprie case e riuscire così a recuperare qualche effetto personale, qualcuno ha preferito effettuare un giro in bici, quasi ad evocare una rinnovata e tranquilla “normalità”, altri hanno aperto la propria attività commerciale dimostrando, ancora una volta, che c’è un forte desiderio nel ricominciare.
Il sindaco del paese, Maino Benatti, ha così commentato ieri la riapertura del centro:
“Un segnale importante per venire incontro alle esigenze della cittadinanza e dare impulso alla rinascita della città”.
Intanto però nelle tendopoli allestite per gli oltre 16mila sfollati è emergenza caldo.
Oltre alla paura delle continue scosse di assestamento, seppur di minima intensità, oltre al disagio di dover vivere in campi di fortuna allestiti per l’emergenza, ora gli emiliani iniziano a dover fare i conti anche con la forte calura e l’afa che sta colpendo il nostro Paese in questi giorni.
Proprio per far fronte a quest’ulteriore disagio, la protezione civile ha distribuito dei condizionatori in tutte le tendopoli. Ora si attende solo l’ampliamento della rete elettrica (i lavori sono già in corso) che permetterà loro di funzionare e di donare un po’ di refrigerio a tutti coloro che risiedono nelle tende.