Negli ultimi giorni Zombie Apocalypse risulta essere la terza parola più richiesta sul noto motore di ricerca Google made in USA.
Questo perché, negli Stati Uniti d’ America, inizia a propagandarsi, soprattutto attraverso il web, la notizia di un’ epidemia di zombie.
Ma procediamo con ordine.
Negli ultimi giorni, alcuni media americani avevano riportato agli onori della cronaca tre differenti casi di cannibalismo, verificatisi in alcune zone del Paese, a pochi giorni di distanza l’uno dall’ altra.
– Il tutto ha avuto inizio domenica 27 maggio quando, sotto il cavalcavia di una autostrada di Miami, un uomo completamente nudo è stato sorpreso da alcuni agenti mentre azzannava un altro uomo, anch’egli completamente nudo. Per liberare la vittima dalla “morsa”, gli agenti sono stati costretti ad uccidere l’ aggressore.
– Due giorni dopo, martedì 29 maggio, Kinyua Alexander, studente 21enne, viene arrestato e interrogato sulla la scomparsa del suo compagno di stanza all’ università. Il ragazzo non tarderà a confessare l’omicidio dell’uomo e ad ammettere di averne mangiato sia il cuore che parte del cervello.
– È invece di ieri la notizia dell’arresto del porno divo Luka Magnotta, che a 29 anni si è improvvisato (ma forse non più di tanto) killer, filmando l’assassinio del proprio compagno, postandolo nel web e procedendo alla spedizione dei vari pezzi della vittima.
Avete capito bene!
Magnotta, dopo aver ucciso il 33enne Jun Lin, ha deciso di farlo a pezzi e spedirlo in varie parti del Paese ben impacchettato.
Dopo queste raccapriccianti storie, e ben conoscendo la natura catastrofista degli americani, spesso al di fuori di ogni logica, come possiamo biasimarli se hanno creduto alla “bufala” fatta circolare in rete su una possibile fuga di virus che trasformi i comuni esseri mortali in creature venute dall’oltretomba, ossia in zombie?
Per placare questa nuova fobia si è visto necessario l’intervento del Cdc (Centers for desease control and prevention) di Atlanta, ritenuta la massima autorità del USA per quanto concerne le malattie infettive.
Il portavoce del centro, David Daigle, ha così descritto la situazione all’ Huffington Post:
“Il Cdc non è a conoscenza di un virus e di una condizione in grado di rianimare i morti o che esistano sintomi paragonabili a quelli degli zombie”.