Avete bruciore di stomaco, acidità, rigurgito?
Allora soffrite di reflusso gastroesofageo, un disturbo dal quale è affetta 1 persona su 3 in Italia.
Ad essere maggiormente colpite sono le donne, dopo i 40 anni, ma il reflusso è molto comune anche nelle donne in gravidanza e nei neonati.
Cos’è il reflusso e come viene diagnosticato.
Tutti conosciamo l’apparato digerente e sappiamo quale percorso compiono gli alimenti ingeriti: bocca, faringe, esofago, stomaco e intestino.
Tra l’esofago e lo stomaco, vi è una valvolina che si apre al momento dell’ingestione e si chiude dopo il passaggio del cibo. Nelle persone affette da reflusso, questa valvolina non si chiude o, comunque, tende a riaprirsi, favorendo la risalita, nell’esofago, di cibo o succhi gastrici.
Si può soffrire di reflusso occasionalmente, oppure più frequentemente, anche tutti i giorni, dopo ogni pasto: nel secondo caso non si tratta più di disturbo ma di malattia da reflusso, che non va sottovalutata.
Quando il bruciore di stomaco, l’acidità e il rigurgito acido sono persistenti, è necessario rivolgersi al proprio medico che, al fine di avere una diagnosi certa, potrebbe richiedere di essere sottoposti ad alcuni esami.
Il più attendibile e sicuro è la gastroscopia. Dura pochi minuti e non è doloroso. Tuttavia, durante l’esecuzione si può avvertire fastidio. Per questo, oltre ad uno spray anestetizzante per il cavo orale, il medico potrebbe prescrivere sedativi o antidolorifici.
Lo stomaco deve essere completamente vuoto, quindi non è possibile ingerire né cibo né acqua dalle 8 alle 12 ore prima dell’esecuzione dell’esame. Dopo un breve colloquio con il medico, il paziente viene sdraiato sul lato sinistro e gli viene infilato, attraverso la bocca e fino allo stomaco, un tubo lungo e sottile (endoscopio). Al suo apice sono presenti una piccola luce e una telecamera.
Ove si ritenga necessario, durante questo esame può essere prelevato un piccolo pezzo di esofago, che verrà sottoposto ad esami più approfonditi.
A seconda della gravità della malattia, vi sono differenti cure.
Ma prima di tutto è necessario rivedere le proprie abitudini.
Se si è in sovrappeso o obesi, il primo consiglio è quello di mettersi a dieta. L’eccesso di peso, infatti, tende a comprimere lo stomaco, favorendo l’apertura della valvolina dello stomaco e la fuoriuscita del suo contenuto.
Un altro nemico del reflusso è il fumo, che oltre ad essere dannoso in generale, causa il rilassamento della valvolina, a favore del reflusso.
Ma anche sdraiarsi dopo mangiato e usare vestiti troppo stretti favoriscono il reflusso. Quindi, aspettate almeno 4 ore dopo aver mangiato per coricarvi e indossate vestiti comodi.
Affidarsi, inoltre, ad una buona dieta, riduce, nel 50% dei casi, il disturbo. Ecco quali sono i cibi da evitare:
– carni grasse, affumicate e insaccati;
– formaggi grassi e stagionati;
– dolci, creme e cioccolato;
– burro, strutto e dai;
– spezie, specialmente quelle piccanti;
– alcolici, caffè, bibite gasate (anche l’acqua) e succhi di frutta;
– latte intero e uova sode;
– tutti i fritti.
Sono, invece, da prediligere:
– acqua naturale e, preferibilmente, a temperatura ambente;
– mele, more, lamponi, meloni, banane, pere, pesche e verdura, tutti i tipi;
– pasta e riso, purchè con condimenti leggeri;
– carne di tacchino, di pollo, di vitello e di coniglio;
– pesce;
– uova alla coque o frittate;
– latte scremato;
– olio di oliva e.v.o.;
– formaggi freschi e yogurt.
E’ di grande aiuto alla lotta contro il reflusso l’attività fisica, purché lontano dai pasti.
E’ bene, inoltre, mangiare poco ma spesso nell’arco della giornata e evitare i pasti abbondanti, specialmente la sera.
Ove il cambio di abitudini e di dieta alimentare non fossero sufficienti, è necessaria l’assunzione di farmaci.
Anche se in commercio vi sono molti medicinali senza l’obbligo di prescrizione, è sconsigliata, specie nei casi più persistenti, l’automedicazione. E’ indispensabile rivolgersi al proprio medico o al gastroenterologo per avere una cura adeguata.