Nonostante tutti i tentativi di prevenzione, con la riapertura delle scuole, puntualmente scatta l’allarme pidocchi. Diciamolo subito: la pediculosi, ovvero la presenza di parassiti sul cuoio capelluto non rappresenta una condizione patologica: i pidocchi non sono una malattia!
I pidocchi sono responsabili della pediculosi, che null’altro è che l’infestazione causata da questi piccoli parassiti; essi sono di colore bianco-grigiastro, lunghi 2-3 mm (le femmine un po’ più grandi) e attaccano il cuoio capelluto (si parla, infatti, di Pediculus Humanus Capitis o pidocchio del capo).
I pidicchi, però, possono aggredire anche altre zone corporee ricoperte da peli, in questi casi si potrà trattare di Pthirus Pubis o pidocchio del pube.
Pidocchi e Uova Nascosti nelle Ciglia (Video)
Perché degli esserini così piccoli creano tanto scompiglio?
Questi fastidiosi animaletti fanno spesso la loro comparsa, la contaminazione è veloce sopratutto dove vi è il contatto diretto tra bambini, terrorizzando e preoccupando genitori di bimbi di ogni fascia d’età e di ogni ceto sociale, senza nessuna distinzione. Quindi è totalmente errato associare la pediculosi alla sporcizia, alla trascuratezza o alla scarsa igiene.
Non tutti sanno che i pidocchi adorano le teste pulite, mentre è noto quanto sia difficile combatterli.
Perché è così difficile liberarsi dai pidocchi?
- I pidocchi hanno un veloce ciclo riproduttivo: il ciclo vitale del pidocchio dura quasi un mese, e in quest’arco di tempo le femmine depongono mediamente 300 uova, dette lendini,
- le uova sono molto resistenti, si incollano ai capelli tramite una sostanza adesiva che l’acqua non riesce a sciogliere,
- le lendini sono molto molto piccole, difficili da individuare e facilmente confondibili con la forfora.
Come si contagiano i pidocchi
I pidocchi saltano, ma non volano! Sono parassiti che si nutrono di sangue umano, senza cibo muoiono nell’arco di qualche giorno, e non avendo ali non possono volare, perciò il contagio avviene tramite il contatto diretto delle teste, da bambino a bambino.
È altamente sconsigliato lo scambio di pettini, spazzole, cappelli, biancheria del letto.
I bambini con l’infestazione non vanno incontro a serie conseguenze di salute. Se si esclude il fastidio causato dal prurito, dovuto a morsi e alla saliva che il pidocchio secerne, e le lesioni causate dallo sfregamento, il bambino con i pidocchi si gratta, il parassita non è fonte di altre patologie.
L’unica azione utile per combattere la pediculosi è nelle mani dei genitori dei bambini: è bene effettuare un controllo settimanale preventivo per verificare la presenza o meno di lendini alla base del capello. A volte ci si accorge tardi della presenza dei pidocchi, ma una volta accertata la loro esistenza, è consigliabile avvertire tempestivamente la scuola e lasciare il bambino a casa sino a quando gli ospiti indesiderati non avranno completamente lasciato la sua testa.
Come eliminare i pidocchi
Per eliminare i pidocchi oltre a tanta pazienza e buona volontà, l’ unico rimedio efficace rimane quello di sottoporre chi è contagiato a trattamenti con prodotti specifici consigliati dal pediatra. Poiché non esiste un prodotto efficace al 100% sulle uova, dopo il trattamento si consiglia sempre di ripeterlo a distanza di 5-10 giorni dalla prima applicazione:
un primo trattamento, quindi, può ammazzare il parassita ma potrebbe non eliminare le lendini, i genitori devono togliere le uova manualmente con un pettinino a denti stretti; un secondo trattamento consente di intervenire su eventuali parassiti nati dalla schiusa delle uova sopravvissute.
Ecco alcuni consigli utili contro le infestazioni:
- Se si adopera un prodotto farmacologico specifico contro i pidocchi è bene seguire le indicazioni del pediatra e quelle del farmacista, è necessario attenersi al foglietto illustrativo per i tempi e i modi d’uso.
- Lo shampoo non basta, per rimuovere le uova un pettine a denti stretti è uno strumento efficace.
- Se uno dei componenti della famiglia porta gli insidiosi ospiti in casa il pericolo di una infestazone domestica diventa reale perciò ogni 2-3 giorni è necessario un controllo precauzionale del capo, e ciò va ripetuto sistematicamente per tutto il tempo in cui i pidocchi restano sulla testa di un familiare. Oltre ai componenti del nucleo stretto. è bene che si controllino anche le persone entrate in diretto e prossimo contatto con il soggetto infestato.
- Nel caso che il contagio sia avvenuto anche in un solo familiare, uno shampoo anti-pidocchi preventivo può essere fatto a tutti, ovviamente previo assenso del pediatra in caso di fratellini e sorelline in età, appunto, pediatrica.
- I pidocchi saltano, pertanto è consigliabile lavare con acqua bollente i tessuti sui quali il soggetto infestato può aver appoggiato il capo, per esempio il copridivano. La possibilità che i pidocchi si annidino sui tessuti va fatta risalire ai due giorni precedenti il trattamento. Il consiglio è lavare indumenti personali, cappelli, biancheria da letto e asciugamani.
- Lavare anche pettini, spazzole e fermagli. Per liberarsi dai pidocchi è bene immergerli per 1 ora in acqua bollente e detersivo.
- Conservare in un sacchetto di plastica ben chiuso per due settimane gli oggetti in tessuto o i giocattoli (come animali di peluche) che non possono essere lavati in acqua o a secco.
Mio figlio ha i pidocchi, quando può tornare a scuola?
Rispetto al rientro a scuola, la Circolare ministeriale n. 4 del 13 marzo 1998 dice che:
- nel caso di accertata pediculosi, se si esegue scrupolosamente la terapia, il bambino potrà tornare scuola il mattino dopo il primo trattamento con il certificato del medico curante;
- in caso di sospetta pediculosi, gli insegnanti sono tenuti a dare tempestiva comunicazione alla famiglia, e l’alunno potrà rientrare a scuola con autocertificazione dei genitori che è stato effettuato il trattamento ed eventualmente sono state asportate le lendini oppure che il trattamento non è stato necessario per l’assenza di parassiti e/o di lendini;
- gli insegnanti sono tenuti ad avvertire gli altri genitori degli eventuali casi riscontrati in classe o nella scuola, invitandoli ad una particolare attenzione al fenomeno in casa;
- in caso di frequenti recidive, è necessario che, per poter frequentare la comunità, i casi accertati e quelli sospetti esibiscano certificazione medica di non contagiosità e, in caso contrario gli alunni verranno allontanati fino alla presentazione della documentazione necessaria;
- il distretto sanitario sarà a disposizione per effettuare incontri di educazione sanitaria sia con le famiglie che con il personale scolastico.
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Articolo originale 6 Settembre 2010, aggiornato il 6 settembre 2022.