I bambini hanno un feeling tutto particolare con l’acqua, che costituisce ai loro occhi un’attrazione irresistibile. Il rapporto dipende molto dalla confidenza che si ha e che è stata coltivata con l’elemento naturale.
Alla base del legame, un istinto innato che risale al concepimento e alla gravidanza, quando il feto, è accolto, nutrito, coccolato e cresciuto nel grembo materno, all’interno del liquido amniotico.
L’esperienza dei nove mesi passati nel ventre materno è talmente completa e “perfetta” che, per rendere più dolce il momento della nascita, è sempre più richiesto il parto in acqua, laddove le strutture ospedaliere ne siano attrezzate.
Dare ai propri figli la possibilità di coltivare il rapporto con l’acqua, tramite corsi in piscina, è uno strumento “in più” di stimolo e crescita. Scegliere il nuoto per i propri figli non è solo una scelta sportiva, ma un incoraggiamento per uno sviluppo fisico armonico, che contempli anche i rapporti sociali.
Affrontiamo l’argomento con Simona Borgomaneri, non solo istruttrice di grande esperienza ma punto di riferimento per la formazione di insegnanti di nuoto per bambini.
Presentazione di Simona Borgomaneri
Simona Borgomaneri nasce a Milano, inizia l’attività in piscina presso il Club Francesco Conti come istruttrice. E’ lei stessa a descriverci il suo percorso:
Nel 1988 inizio il mio percorso formativo nell’attività genitore/bambino; eravamo agli albori di questa attività in Italia, basti pensare che allora a Milano solo due strutture svolgevano questo tipo di corso!
La mia formazione, in quegli anni, era legata alla lettura di testi stranieri, australiani ed americani, fino a quando, durante un convegno a Bolzano, nel lontano 1992, scopro la Federation Nationale de Natation Prescolaire, federazione francese dedita alla sola fascia 0-6 anni divenuta poi FAEL (Federation Activitè d’ Eveil et Loisir).
Da quel momento scopro un mondo sconosciuto all’Italia…
Frequento tutto il loro percorso formativo fino a diventare io stessa una loro formatrice riconosciuta sul suolo italiano.
Ho partecipato a vari congressi sulle attività acquatiche e formato diversi “istruttori/animatori”.
Fino al 2008 mi sono occupata dell’ organizzazione della scuola nuoto presso il Club Francesco Conti.
Dal gennaio 2009 sono la Responsabile delle Attività Acquatiche presso la piscina di Skorpion, sita in C.so V.Emuanuele a Milano.
In tutti questi anni ho, per scelta, sempre continuato a svolgere attività in acqua, poiché convinta che alla parte teorica sia necessario affiancare la “pratica sul campo”.
- Che differenze esistono tra corsi di acquaticità e corsi di nuoto?
Le differenze tra i corsi di acquaticità e i corsi di nuoto stanno sostanzialmente negli obiettivi che si prefiggono.
I primi non hanno come obiettivo l’apprendimento delle nuotate codificate, ma il far vivere l’acqua a 360°: permettere quindi al bambino di scoprire l’ambiente acquatico, esercitando liberamente l’insieme delle proprie capacità. Ciascun bimbo avrà così una propria motricità acquatica caratterizzata da efficacia, economia e armonia , poiché tale gesto è adattato alle proprie capacità motorie. Ciò significa che il bambino sperimenterà l’acqua coi modi e coi tempi più consoni a lui.
In questo tipo di attività dobbiamo evitare di manipolare eccessivamente il bambino, ma lasciare spazio alle sue esplorazioni e alle sue sperimentazioni che lo porteranno ad adattarsi a questo nuovo elemento che è l’acqua.
Il bambino “impara” l’acqua come impara a camminare, attraverso tentativi ed errori, durante i quali sono determinanti la funzione ludica (gioco) ed il fattore affettivo (prima il genitore, fino a 3 anni, poi l’istruttore).
I corsi di nuoto, invece, hanno come obiettivo l’apprendimento delle nuotate; questo prevede che il partecipante a tale corso sia in grado di costruire in modo consapevole delle sequenze motorie coordinate, quindi non prima dei 5-6 anni.
Anche in questi tipi di corso, a mio avviso, è importante rispettare i tempi di apprendimento di ciascuno, dobbiamo ricordare che ognuno possiede una propria personalità, un particolare vissuto e un tipo di motricità differente che caratterizzeranno i ritmi ed i tempi di ogni attività svolta dal bambino.
Anche in questo caso l’attività ludica deve rappresentare il mezzo per l’apprendimento delle nuotate.
- A che età è possibile, o consigliabile, che un bambino inizi un corso in piscina?
E’ possibile iniziare un corso di “acquaticità”già a partire dai 3 mesi, dopo circa 2 settimane dalla prima vaccinazione. Ovviamente è richiesta in acqua la presenza del genitore o di un adulto di riferimento.
Il mio consiglio è di iniziare tale attività entro il sesto-settimo mese di vita, ciò perché più si tarda l’inizio, più l’adattamento all’ambiente acquatico sarà lento, poiché condizionato sempre più dalle esperienze e dal vissuto del bambino stesso.
Ciò non significa che passate le età indicate sopra non sia più consigliabile o possibile iniziare, rimane comunque un’attività stimolante ed arricchente sia per il bambino che per il suo genitore. Quindi, in conclusione, direi che la ritengo un’esperienza “importante”a prescindere dall’età in cui si inizia.
- Quali sono i benefici del “nuoto” sul bambino?
I benefici dell’attività acquatica sul bambino, sono legati soprattutto al miglioramento delle abilità motorie. Non dimentichiamoci che il “nuoto” è la prima “attività sportiva” che il bimbo può praticare.
La piscina offre uno spazio di sperimentazione estremamente ricco , e rappresenta per il bambino l’occasione di utilizzare tutte le sue potenzialità cognitive, psicologiche, affettive, motorie e sensoriali.
Attraverso la “messa in gioco” di tali potenzialità è in grado di crescere in modo globale ed equilibrato.
Grazie alle caratteristiche fisiche dell’acqua, all’ampia gamma di attività possibili in essa ( ad esempio muovere liberamente i quattro arti, schizzare etc ) ed alla possibilità di incontro con altri bambini, l’attività in piscina diviene un’ottima occasione per muoversi e per padroneggiare le abilità acquisite ed adattarle ad un contesto differente.
L’attività acquatica non è altro che un modo diverso di giocare, il gioco deve rimanere il fondamento pedagogico alla base di qualsiasi attività svolto dal bambino: lasciamo il tempo di giocare ai nostri bambini!!! Anche in piscina…
In conclusione i benefici coprono la globalità dell’ “individuo” bambino:
- sensoriali: tutti i 5 sensi sono stimolati ;
- sociali: la pratica in piscina dà la possibilità di incontrare altri bambini
- motori: è un’attività durante la quale c’è sviluppo delle abilità motorie
- fisici: è un’attività dinamica… ci si muove anche senza schemi prefissati
- affettivi: in acqua si instaurano particolari dinamiche affettive tra i vari componenti dell’attività bambino/genitore , bambino/istruttore , bambino/bambini…
Quindi… TUTTI IN ACQUA!!!!! SPLASHHHHHHHHHHHHH
Possiamo parlare di controindicazioni assolute, quindi impossibilità a svolgere tali attività, e di controindicazioni transitorie, ciò significa che “si consiglia” di astenersi dall’entrare in acqua per il tempo necessario alla guarigione.
Nella prima categoria possiamo inserire:
- alcune cardiopatie congenite che possono diventare fattori di rischio in relazione all’ambiente subacqueo
- disturbi gravi della deglutizione
- epilessie gravi
Nelle controindicazioni temporanee possiamo elencare:
- patologie a carico dell’orecchio, quindi otiti con o senza perforazione del timpano (molti pediatri in questo caso sconsigliano in modo assoluto l’attività acquatica)
- congiuntiviti infettive
- malattie infettive dell’infanzia
- alcune gravi infezioni cutanee
In conclusione direi che l’attività acquatica porta talmente tanti benefici al bambino a diversi livelli fisico, psicomotorio, sociale, sensoriale, che a parte le controindicazioni assolute elencate sopra non indicherei mai “sconsigliabile”questo tipo di attività.
Ricordo che l’acqua delle piscine contiene per legge una determinata quantità di prodotti specifici per la disinfezione che la rendono un luogo dove è impossibile il proliferare dei batteri.
- Quali sono gli obiettivi finalizzati al raggiungimento di livelli di competenza?
Se parliamo di acquaticità ( 0 –5 anni ) l’obbiettivo finale deve essere certamente l’AUTONOMIA: l’essere in grado di effettuare spostamenti controllando la respirazione.
Ci sono vari livelli intermedi che ci consentono di arrivare all’obbiettivo finale: gli spostamenti proni e/o supini con ausilio didattico, l’immersione prima della sola bocca e poi anche del naso, i piccoli tratti in autonomia, l’immersione del viso, i tentativi di galleggiamenti statici (stellina), gli “ingressi liberi” ovvero l’entrata in acqua in senza indicazione da parte dell’adulto ( tuffi ), gli occhi aperti, le bolle ed infine l’autonomia per lunghi tratti.
Se parliamo invece di un corso di nuoto l’obbiettivo finale è il raggiungimento delle nuotate codificate, dando per acquisito i risultati di tutto quello che è legato al corso di acquaticità. Anche in questo caso ci sono step intermedi che consentono i passaggi di livello :
- I livello (passaggio vasca didattica-vasca grande): scivolamenti proni / supini, esercizi con ausilio didattico gambe stile/dorso, ingressi di vario tipo in acqua e recupero oggetti sul fondo .
- II livello: accenni tuffi di testa, esercizi tecnici per miglioramento ed acquisizione del dorso completo, esercizi propedeutici allo stile libero.
- III livello: tuffi di testa, esercizi tecnici per miglioramento ed acquisizione dello stile libero completo, esercizi propedeutici alla rana, introduzione degli spostamenti attraverso remate.
- IV livello: stile libero con respirazione bilaterale, esercizi tecnici per il miglioramento ed acquisizione della rana completa, esercizi propedeutici al delfino, tuffi di testa con scivolamento, spostamenti attraverso remate.
- V livello: tuffi di partenza, apnee, esercizi tecnici per il miglioramento ed acquisizione del delfino completo, introduzione delle virate elementari e spostamenti con remate evolute.
- VI livello: esercizi per acquisizione e miglioramento di tutte le virate e nuotate evolute, resistenza sulle distanze più lunghe, tecniche e trasporti di salvamento, esercizi vari di coordinazione motoria.
L’intera redazione ringrazzia l’esperta, Simona Borgomaneri, per la gentilissima partecipazione. <<Grazie Simona a nome di tutte le Mamme di Vitadamamma>>