Tanto per rimanere coerenti con l’andamento traballante della vicenda sui marò in India, le novità non tardano a giungere.
La Corte Suprema di Kerala manifesta il proprio dissenso circa l’accordo di parte, avvenuto in forma extragiudiziale: il Governo italiano aveva proposto alle famiglie dei pescatori uccisi un risarcimento ammontante a 146.000 euro per ogni vittima, al fine di ottenere il ritiro delle accuse nei confronti dei due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.
L’accordo era stato accettato e le denunce ritirate.
Kerala riferisce il proprio “dispiacere” dovuto al “modo in cui il processo legale indiano è stato penalizzato”.
Dal fronte di New Delhi, circa l’autorizzazione alla petroliera E. Lexie a lasciare le acque indiane, arriva la notizia del posticipo a domani della decisione.
Il rinvio si è reso indispensabile affinché i legali di parte italiana possano conferire col Governo del nostro paese per chiarire posizioni e disponibilità circa le richieste avanzate dagli indiani come condizioni necessarie alla partenza della petroliera.
In particolare è in gioco la posizione dei 4 marò a bordo della Lexie, la cui presenza in India potrebbe essere richiesta come testimonianza durante un ipotetico processo nei confronti di Latorre e Girone.
E’ stata inoltre richiesta una garanzia bancaria come impegno dell’armatore a presentarsi durante l’eventuale processo.
Il sentore è che ci si trovi in fase di accoglimento dell’istanza della Lexie a partire.
Diversa la situazione dei due marò, attualmente ancora in prigione.
A causa della mancata conclusione delle indagini ad opera della polizia, solo a seguito delle quali sarà possibile formalizzare le accuse a carico dei marò, il tribunale di Kerala ha esteso di 14 giorni la carcerazione preventiva.
Dopo quella di oggi, iniziata con un forte ritardo a causa di ingenti manifestazioni di protesta che hanno intasato la circolazione della città, la prossima udienza sarà l’11 maggio.