Tante sono le manifestazioni di animalisti che protestano contro l’allevamento di Montichiari in provincia di Brescia, dove vengono cresciuti esemplari che diventeranno cavie da laboratorio, su cui condurre esperimenti scientifici.
Green Hill è un orrore, una vergogna, una fabbrica di morte.
“Produce” 250 cuccioli al mese che vengono spediti nei laboratori di tutta Europa.
Green Hill non ha ragione di esistere; vasto è l’impegno preso dalle amministrazioni (fra le tante ricordiamo quella del Presidente della Regione Formigoni) ma nella pratica le parole non hanno seguito e il lager continua a rimanere aperto, esercitando liberamente le proprie attività.
Con l’approvazione in Commissione Affari Sociali dell’emendamento alla direttiva europea 63 del 2010 viene stabilito che l’utilizzo degli animali, riconosciuti come esseri senzienti, degni di tutela e portatori di diritti, deve essere “abbandonato in favore dello sviluppo di metodi alternativi in vitro”. Viene vietato l’allevamento di cani, gatti e primati destinato alla vivisezione. Ora si attende l’approvazione in Senato della norma (Per la lettura dell’intero articolo: https://www.vitadamamma.com/17915/vivisezione-nuova-legge.html).
Tali allevamenti dovranno essere chiusi o convertire le proprie attività in alternative autorizzate.
Nonostante ciò Green Hill continua ad allevare cani per la vivisezione.
La mobilitazione di animalisti attivisti contro l’allevamento è vasta e gode del patrocinio dell’ex Ministro del Turismo M.V. Brambilla, in prima fila nella lotta per la chiusura del lager.
E’ di due giorni fa l’ultima manifestazione con grande adesione di partecipanti che esprimevano il proprio dissenso davanti all’edificio di Montichiari.
L’esasperazione degli animalisti, che rappresentano lo sdegno degli italiani davanti al perpetuarsi indisturbato di una tale raccapricciante attività, moralmente inaccettabile, è sfociata in un atto “di disubbidienza civile”.
Con la disubbidienza civile si vuole mostrare l’ingiustizia della legge per spingere il legislatore a cambiamenti (Norberto Bobbio docet!).
Un gruppetto di manifestanti ha scavalcato la rete metallica con filo spinato presente attorno all’ allevamento, introducendosi nei capannoni e sottraendo 30 cani beagle per la maggior parte cuccioli e cagne gravide, donando loro libertà in cambio della prigione, anticamera di una morte dolorosa.
Gli attivisti, 12 in tutto provenienti da tutt’Italia, si trovano attualmente in carcere con le accuse di rapina, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, furto aggravato in concorso e violazione di domicilio aggravata, conseguenze delle azioni condotte nel blitz per liberare i cani.
I danni stimati all’azienda si aggirano attorno ai 250mila euro.
Per la Regione Lombardia, affinché possa essere chiuso Green Hill, di proprietà della multinazionale Marshall, serve una legge nazionale. Da qui è partito l’appello dell’Onorevole Brambilla per un intervento veloce in Senato, affinché venga approvata la legge circa il divieto di allevamento di cani e gatti destinati alla vivisezione.
L’Onorevole Brambilla sottolinea che il gesto dei manifestanti altro non è che la conseguenza di “un alto livello di esasperazione dei cittadini, che non intendono più tollerare la presenza di tale vergognosa attività nel nostro Paese. Le migliaia di persone che da mesi hanno messo in campo ogni forma civile di protesta contro Green Hill, interpretano il sentimento di milioni di italiani”.
Sul web si è scatenata una catena di solidarietà che chiede la scarcerazione degli attivisti e mostra sostegno al movimento contro Green Hill sollevando un coro di “vergogna” per la mancata chiusura dell’allevamento.
Ora non ci resta che attendere gli sviluppi della vicenda nella speranza di un veloce accoglimento delle richieste del popolo.