… la mamma è la cosa più bella che ci sia!
Questo è probabilmente ciò che pensano i neonati, persi con lo sguardo nelle profondità degli occhi della mamma, che per loro rappresenta tutto il mondo intero.
La mamma genera il figlio, inizialmente lo accudisce in un rapporto quasi esclusivo, per via dell’allattamento, rafforzando un legame forte e che pone le basi per tutta la vita.
Con il passare del tempo il neonato cresce, acquisisce autonomie, rinforza le proprie sicurezze, esplora il mondo, ma non dimentico del rapporto con la madre, di qualunque genere esso sia: equilibrato, insofferente, invadente, apprensivo, avvolgente, protettivo, di conforto ecc…
La mamma è il nostro punto di partenza e come tale conserva un ruolo fondamentale non solo durante la crescita, ma per tutta la vita.
Quello della madre è un ruolo riconosciuto da sempre, celebrato fin già dalle culture pagane e precristiane che consideravano la Terra una “madre” prosperosa, fertile e abbondante, la cui maggiore espressione era in primavera con la rinascita della natura. A testimonianza dei riti di ringraziamento nei confronti della Grande Madre Terra ci sono giunte statuette che esaltano le forme generose delle rotondità.
Anche i Greci solevano celebrare la dea Rea, ovvero la madre di tutti gli dei. Secondo la mitologia si batté con coraggio e sacrificio per salvare l’ultimo suo figlio, Zeus, poiché la leggenda narra che un figlio avrebbe ucciso il padre Cromo e dunque questo li divorava appena nati per scongiurare il peggio.
I Romani dedicavano una settimana intera ai festeggiamenti della divinità Cibele, madre della Terra rappresentata su un trono con due leoni a guardia.
In tempi a noi più vicini abbiamo l’introduzione del Mothering Sunday nell’Inghilterra del 17esimo secolo, celebrato la quarta domenica di Quaresima. Era questa la giornata consacrata alle madri celebrate da quei figli che, per motivi di lavoro, erano lontani da casa e che durante questa giornata di riposo dovevano presentarsi dalla madre con un mothering cake, una torta a base di frutta, omaggiando delle rose, come simbolo di amore.
Si deve la celebrazione della festa della mamma così come concepita oggi, a due donne che hanno caldeggiato e voluto riconoscere il ruolo della donna nella società, finalizzato alla sua notevole importanza e al raggiungimento del suffragio universale, ovvero l’estensione alle donne del diritto di voto.
Nel 1870 Julia Ward Howe chiese l’istituzionalizzazione del Mother Day, ottenuto solo grazie a Ana Jarvis nel 1914. Ana si batté affinché l’anniversario della morte di sua madre venisse riconosciuto dalla sua parrocchia, ma la tenacia della donna, aiutata dalle conoscenze influenti, fece talmente presa sull’opinione pubblica, che ben presto la giornata fu concepita come celebrazione di tutte le mamme. La ricorrenza fu stabilita per la seconda domenica di maggio, mese dedicato alla Madonna, Madre per eccellenza. Il fiore scelto fu il garofano, che era il fiore preferito per la mamma di Ana: rosso per tutte le mamme, bianco per quelle che non erano più in vita. Successivamente la rosa subentrò al garofano.
In Italia venne festeggiata per la prima volta nel 1957 in un paese nei pressi di Assisi su promozione di Don Otello Migliosi, seguendo l’esempio americano, fu festeggiata la seconda domenica di maggio.
Ogni nazione segue un suo calendario di celebrazione, con date diverse ma un unico scopo: celebrare il ruolo della donna, intesa come madre, nella società e nella famiglia.