È entrata in vigore il 1° settembre 2011 la Legge Levi, la nuova legge che disciplina il prezzo dei libri, che prende il nome dal primo firmatario, Riccardo Levi, deputato del Partito Democratico. Una legge bipartisan che diventa effettiva dopo accesi dibattiti e quasi due anni di difficile gestazione.
Ogni editore potrà liberamente fissare il prezzo destinato al consumatore finale (il prezzo di copertina, comprensivo di iva). A tale importo, da chiunque effettua la vendita (piccoli librai, grande distribuzione, store online etc.) con qualsiasi modalità (vendita per corrispondenza, e-commerce etc.), non potrà essere applicato uno sconto maggiore del 15%.
È questa la grande novità apportata dalla legge Levi e che non è piaciuta ai tanti lettori che, in 2.500, hanno firmato la petizione promossa dall’Istituto Bruno Leoni affinché il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non firmasse la legge.
Un tetto massimo di sconti, pari al 20% sul prezzo di copertina, potrà essere effettuato solo all’interno di fiere e saloni del libro oppure per le vendite destinate alle scuole, alle biblioteche, ai musei ed alle organizzazioni no profit.
Gli editori potranno applicare uno sconto massimo del 25%, ma solamente nell’ambito di campagne promozionali effettuate direttamente dagli stessi editori e che non potranno avere una durata maggiore di un mese né essere effettuate nel mese di dicembre, durante il periodo delle feste natalizie.
I maggiori consensi a questa legge vengono dalle librerie indipendenti e dai piccoli editori, coloro che in questi anni hanno molto sofferto la concorrenza dell’e-commerce (si pensi al grande successo di Amazon e Ibs) e di grandi gruppi editoriali. Una legge, secondo i sostenitori, che garantirà la ricchezza ed il pluralismo dell’offerta culturale.
I detrattori l’hanno invece ribattezzata “provvedimento anti-Amazon” e sono convinti che a lungo andare ucciderà la lettura, perché l’effetto potrebbe essere quello del rincaro del costo dei libri con conseguente riduzione nell’acquisto da parte del consumatore finale.
La legge Levi non ha invece toccato l’ebook, che, anche se rappresenta ancora un’esigua fetta del mercato dei libri, potrà essere venduto senza alcuna limitazione di saldi e promozioni.