L’ Andid (Associazione nazionale dei dietisti italiani), nel corso della 24° edizione del Congresso nazionale che si sta svolgendo a Verona, ha lanciato un pesante allarme e delle forti accuse che motivano i sempre crescenti casi di obesità infantile in Italia.
Secondo l’ associazione nel nostro Paese 1bambino su 3 è in sovrappeso, 1 su 10 risulta essere obeso e il 50% di essi porterà con sè questa patologia anche nell’età adulta.
Nel corso del congresso, i dietisti puntano maggiormente il dito verso le madri che nutrono eccessivamente i loro figli, ritenendoli “poco nutriti”.
Con la convinzione di agire nell’interesse del proprio bambino, molte mamme propongono ogni giorno porzioni troppo abbondanti di pasta, carne e formaggio, sin dall’età dello svezzamento. Basti pensare che, molto spesso, le prime pappe vengono “condite” con un intero vasetto di omogeneizzato, mentre ne basterebbe solo la metà.
Inoltre, secondo alcuna dati diffusi dall’ ISS (Istituto Superiore della Sanità), il 36% delle mamme aventi un figlio in sovrappeso o obeso, ritiene che quest’ ultimo non lo sia affatto, mentre appena il 29% dei genitori ritiene che le quantità assunte dal proprio bambino siano eccessive.
Per “educare” i genitori ad una maggiore consapevolezza del giusto consumo di cibo da parte dei loro piccoli, si è creato un ”Atlante fotografico tridimensionale”, sul quale vengono riportate le foto con le giuste porzioni di cibo che devono essere consumate ogni giorno.
Cristina Cassatella, dietista del servizio educazione all’appropriatezza alla Asl di Milano, lo spiega così:
“Il volume, distribuito inizialmente su CD, è dedicato ai dietisti e ai pediatri per educare le mamme di bimbi fino a 9 anni di età alla corretta preparazione delle pappe, allo svezzamento e all’impostazione di una sana alimentazione. L’atlante contiene le fotografie di cosa mettere nelle prime pappe, le porzioni e le quantità consigliate che non vanno pesate ma immediatamente viste dai genitori. Oltre alla quantità ed al tipo di alimento si deve considerare l’arco di tempo. Ci sono alimenti da prima colazione, spuntini, merende, pranzo e cena”.
Quindi una maggiore prevenzione alimentare sin dai primi mesi di vita, educando sia le mamme che i bambini a mangiare sano e, soprattutto, il giusto, come dichiarato anche da Giovanna Cecchetto, presidente dell’ANDID:
“La prevenzione dell’obesità infantile deve iniziare fin da neonati, favorendo il più possibile l’allattamento protratto al seno e tenendo sotto controllo l’eccessivo recupero di peso nei primi anni di vita. Studi scientifici hanno infatti dimostrato che quasi la metà di bambini obesi resteranno tali anche da adulti, favorendo però la prevalenza elevata alla sindrome metabolica, strettamente connessa al tipo di alimentazione, già in età adolescenziale”.