Finalmente si conosce l’ identità certa dei 5 corpi ritrovati il 22 marzo scorso all’ esterno del relitto della nave da crociera Costa Concordia. Le vittime erano posizionate tra lo scafo della natante e lo scoglio sul quale quest’ultimo è adagiato. La loro localizzazione era stata resa possibile grazie ai piccoli robot che scandagliano la zona.
I nomi resi noti ieri sono: i passeggeri tedeschi Christina Mathi Ganz e Norbert Josef Ganz e quelli americani Barbara Heil e Gerald Heil, il membro italiano dell’equipaggio Giuseppe Girolamo, il giovane musicista trentenne che grazie al suo gesto eroico, reso noto dalle testimonianze dei colleghi, è passato agli onori della cronaca nel corso delle indagini.
Girolamo infatti ha permesso il salvataggio di una bambini cedendole il proprio posto a bordo di una scialuppa; gesto eroico e ammirevole che, purtroppo, gli è costata la vita.
Intanto le società Smit & Salvage e la Neri continuano con le operazioni di caretaking (recupero materiale) sul fondale marino. Al momento sono stati recuperati e trasportati, al sito di stoccaggio temporaneo, circa 250 metri cubi di materiale.
Nonostante la “pulizia” in corso, lo scampato pericolo di inquinamento ambientale e la “notorietà” della vicenda a livello mondiale, gli abitanti dell’ isola del Giglio, in particolar modo gli albergatori, continuano a lamentare un calo nel turismo dell’isola, rapportato ad un quasi -20%.
Tale notizia è apparsa sul New York Times attraverso un articolo redatto da Gaia Pianigiani, giornalista presente sull’isola, che ha raccolto anche l’opinione di Paolo Fanciulli, proprietario di uno degli hotel gigliesi:
“Quest’anno viviamo in totale incertezza. Le prenotazioni per l’estate vanno a rilento. Riceviamo email da tutto il mondo che chiedono del relitto, ma questa non è gente che prenota. All’inizio pensavamo che l’improvvisa celebrità dell’isola ci avrebbe portato più turisti, ma per ora la curiosità è un fenomeno che dura un giorno”.