…verrà un giorno in cui l’uccisione di un animale verrà considerata come l’uccisione di un uomo… (Leonardo da Vinci)
Pasqua è alle porte, per tradizione, dopo il digiuno quaresimale, su molte tavole comparirà come portata d’onore l’agnello.
In solo questo periodo si concentra il 50% del consumo di carne ovina di un anno intero.
In termini numerici ciò significa 4 milioni di agnelli macellati.
La provenienza dei capi non è tutta italiana, anzi i bassi costi spingono i rivenditori ad usufruire del mercato dell’est Europa che, nonostante i numerosi decessi durante il trasporto, risulta conveniente in termini economici.
Nella pratica accade che milioni di agnellini siano strappati dalla sicurezza della loro mamma, caricati su camion da trasporto, stipati uno contro l’altro, sotto il calore del sole, senza potersi muovere, senza sosta nemmeno per bere. Condizioni atroci di deportazione che rispecchiano una cultura poco propensa all’etica.
Le norme di tutela che regolano le condizioni di trasporto di animali destinati alla macellazione sono disonorevolmente scarse, vergognose.
Le associazioni animaliste da anni conducono battaglie affinché sia vietato il trasporto di animali oltre una certa distanza.
Molti di questi capi non giungono vivi a destinazione, muoiono durante il trasporto per colpi di calore, privazioni atroci come la mancanza di acqua, gli stenti e lo stress prolungato in viaggi che possono durare, in queste condizioni, anche diversi giorni.
E’ una pratica crudele che deve cessare in virtù di un trattamento dignitoso dell’animale, anche quello destinato alla macellazione; nella speranza che all’interno della cultura dei popoli si radichi sempre più in profondità l’inopportunità di un consumo smodato di carne nella nostra dieta.
Scegliere menù alternativi al canonico pasto pasquale con agnello, è sinonimo di una Pasqua “cruelty free”, un progresso etico che sottolinea la proiezione della mentalità umana, sempre più orientata alla tutela del mondo in cui vive, in antitesi alla vecchia concezione antropocentrista, che ha caratterizzato i secoli scorsi.
La parola “progresso” non è riferita solo ad innovazioni tecnologiche e invenzioni che ci permettano una vita più agiata, ma significa sopratutto apertura mentale verso la tutela del mondo in cui viviamo, che è stato fino ad ora solo sfruttato; per preservarlo, e salvare la nostra vita futura, è necessario contemplare il rispetto verso la natura.
In quest’ottica deve essere inserita una maggiore attenzione ai consumi, anche di cibo.
La carne, nelle culture occidentali, viene consumata oltre i fabbisogni, creando un circolo vizioso di sprechi che deve essere arginato.
Per questo motivo, se proprio non si è pronti ad abbracciare un menù solo vegetariano, è comunque indispensabile rivedere l’organizzazione della tavola e ridimensionare il consumo di carne, che, oltretutto, è responsabile di patologie cardiovascolari ed altre ancora, annesse.
Organizzazioni di tutto rispetto come la LAV (Lega Antivivisezione) e l’ OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) portano avanti da anni dei programmi per sensibilizzare l’opinione pubblica, portando alla riflessione, mentre sul fronte attivo si battono per l’affermazione di un quadro di leggi improntate su una maggiore tutela di animali ed ambiente.
La LAV propone menu pasquali alternativi, a cura dello Chef Giuseppe Capano: http://www.cambiamenu.it/
Fai che sia una buona Pasqua per tutti… non mangiarere l’agnello!