Due città e due storie diverse ma un destino quasi unico: tentare il suicidio in un modo assolutamente atroce a causa dei debiti con lo Stato.
Sono gli ultimi due episodi, in ordine di tempo, di un’ Italia fatta di crisi, di disperazione, di persone che non arrivano a fine mese e, massacrati dalle tasse, decidono di compiere l’ ultimo gesto, quello per loro fatale, pur di porre fine ad una pressione fiscale alla quale non sono in grado di adempire.
Ieri, alle ore 8.20, in via Nanni Costa a Bologna, davanti alla sede della commissione tributaria, un uomo di 58 anni, artigiano edile e proprietario di un’impresa individuale, si dà fuoco all’interno di un’ autovettura, nel tentativo di togliersi la vita.
L’uomo era accusato dall’ Agenzia delle Entrate di aver utilizzato fatture false e di non aver pagato alcuni tributi. In uno dei tre bigliettini che ha lasciato prima di compiere l’insano gesto ha scritto:
“Pago le tasse ora non ce la faccio più…”.
Un pensiero che negli ultimi tempi accomuna molte persone, molti imprenditori, molti operai. Operai come il 27enne di origini marocchine che stamattina si è dato fuoco davanti al municipio di Verona. Il ragazzo era stremato economicamente perché non percepiva lo stipendio da ormai ben 4 mesi.
Il tempestivo intervento dei carabinieri ha fatto si che il giovane immigrato non subisse eccessivi danni. Ora è ricoverato in ospedale con ustioni alla testa e alle gambe.
Gravi invece le condizioni dell’artigiano bolognese di origini casertane. L’uomo si trova al momento ricoverato presso il centro grandi ustionati di Parma, in prognosi riservata. Il 58enne ha riportato ustioni sul 100% del corpo e, benchè le sue condizioni risultino al momento stabili, sono comunque molto gravi.
Un Italia che viene ormai messa in ginocchio, un Italia in crisi che non riesce più a reggere il peso dei debiti.
Quando avrà fine tutto questo?