Egitto: prosciolto medico che effettuava i test di verginità in carcere
Accadeva un anno fa. Samira Ibrahim, una giovane attivista, fu arrestata, assieme ad altre 17 donne, il 10 marzo del 2011, rea di aver partecipato ad una manifestazione nella piazza di Tahrir in Egitto.
Una volta in caserma, come lei stessa racconta, le donne furono sottoposte a delle vere e proprie violenze fisiche e psicologiche da parte dei soldati e, soprattutto, del medico legale, Ahmed Adel.
Furono picchiate, subirono scariche elettriche ed infine costrette a spogliarsi totalmente per essere sottoposte al test di verginità, minacciate, in caso di rifiuto, di venir incriminate con l’ accusa di prostituzione. Il tutto accadeva sotto gli occhi dei soldati che, imperterriti, fotografavano le scene.
Samira fu la sola ad avere il coraggio di denunciare tali abusi e soprusi, sfidando così un Paese che considera colpevoli coloro che subisco violenze e non chi le commette, sfidando il suo esercito, attualmente governatore dell’ Egitto in seguito alla caduta di Mubarak, e diventando facile bersaglio di minacce.
Purtroppo l’ ultima sentenza emessa da un tribunale militare del Cairo non le ha reso giustizia. Il medico legale Adel, processato per l’accusa di oltraggio al pudore e disobbedienza agli ordini militare, è stato prosciolto con la motivazione che di insufficienza di prove e contraddizioni nelle testimonianze.
L’ unica vittoria ottenuta dalla ragazza è stata la dichiarazione di illegalità dei test di verginità, emessa a dicembre scorso da un tribunale civile.
Samira ha commentato la sentenza su twitter:
“Nessuno ha violato il mio onore. È l’ onore dell’ Egitto ad essere stato violato, e continuo fino alla fine a difendere i suoi diritti”.