Anonymous alle Iene: il blocco di Facebook e l’attacco al Vaticano
Vi ricordate il tanto vociferato blocco di facebook dello scorso 7 marzo?
Seppur in molti avessero pensato ad un guasto tecnico, altri, invece, hanno ipotizzato un attacco da parte del gruppo hacker denominato Anonymous.
Quest’ ultima ipotesi è stata maggiormente supportata da alcuni utenti di twitter che, fingendosi membri di tale organizzazione grazie alla creazione di falsi account, hanno rivendicato la paternità del blocco. Stanchi di essere accusati ingiustamente, gli hacker chiamati in causa hanno risposto:
“No. L’abbiamo già detto 30 volte. No”
E difatti, a scagionarli, arriva, quasi puntuale, una comunicazione da parte del social network colpito dal black-out, il quale riferisce di aver avuto difficoltà tecniche (motivo dell’ inaccessibilità), porgendo le loro scuse per l’inconveniente.
Un semplice guasto dunque, non di certo attribuibile agli Anonymous, ritenuto il più grande gruppo di hacker, il cui scopo è quello di garantire la libertà d’espressione nel web, colpendo organi di rilevante importanza mondiale attraverso il sistema informatico, ossia violando i loro siti.
I loro attacchi più riusciti? C.I.A., F.B.I e, negli ultimi giorni, il Vaticano.
Proprio così! Questo famigerato gruppo, per quanto riguarda quelli che operano maggiormente in Italia, è riuscito a violare la sicurezza del sito Vatican.va, rendendolo inaccessibile per ore, rivendicandone poi l’attacco con una lettera:
“Giorno a voi Vatican.va. Oggi Anonymous ha deciso di porre sotto assedio il vostro sito in risposta alle dottrine, alle liturgie ed ai precetti assurdi ed anacronistici che la vostra organizzazione a scopo di lucro (chiesa apostolica romana) propaga e diffonde nel mondo intero. Avete bruciato testi di immenso pregio storico e letterario, avete barbaramente giustiziato i vostri più accaniti detrattori e critici nel corso dei secoli, avete negato teorie universalmente ritenute valide o plausibili; avete indotto sprovveduti a pagare per ottenere l’accesso al paradiso con la vendita di indulgenze.”
Ma chi sono in realtà gli Anonymous?
Cosa vogliono realmente?
Ma soprattutto dove possono arrivare?
Al momento nessuno ne conosce la vera identità e hanno sempre e comunque operato e comunicato via web ……. Fino a ieri sera.
Infatti, dopo mesi e mesi di contatti, spiegazioni e accordi, Paolo Trincia, uno degli inviati della trasmissione Le Iene, è riuscito ad ottenere la prima intervista esclusiva con un membro dell’ organizzazione. L’ intervista è stata concessa previa approvazione di tutto il gruppo Anonymous, in modo tale da esser certi di non subire smentite all’ indomani della messa in onda.
Ne è emerso che gli Anonymous
- Si definiscono hacktivisti;
- Lottano per affermare la libertà di espressione e di comunicazione laddove sono i governi a limitarla, anche se estendono il loro operato quando qualsiasi diritto umano venga violato;
- Non hanno una struttura gerarchica, ne capi;
- Chiunque può entrare a far parte del gruppo (aumentando il rischio di infiltrati che loro non possono controllare).
Se volete scoprirne di più, non vi resta che guardare il video: Intervista Anonymous de Le Iene