Mai come in questi ultimi mesi, veniamo sempre più spesso messi a paragone con gli altri Paesi per scoprire eventuali somiglianze e/o differenze; quella che emerge ora è l’ ennesima disparità purtroppo a nostro sfavore: gli stipendi.
Gli introiti medi annui per i lavoratori dipendenti italiani si aggirano intorno ai 23.000 euro lordi, meno della metà per chi, a parità di incarico, svolge la stessa professione in Lussemburgo.
Ma quello non è l’ unico Paese ad avere degli stipendi più alti dei nostri!
Prima di noi, in classifica, ci sono: Germania, Belgio, Nord Europa e Paesi Bassi, che superano i 40.000 euro lordi l’ anno. Tra i Paesi dell’ Euro zona siamo gli ultimi, superati da austriaci, irlandesi, finlandesi e francesi che guadagnano tra i 33.000 e i 39.000 euro lordi l’ anno.
Leggere di essere dietro queste grandi economie europee non ci stupisce più di tanto, purtroppo non siamo abituati a primeggiare in questo genere di cose, quello che dovrebbe farci riflettere però è che restiamo dietro anche a Paesi in profonda crisi come la Grecia (in cui si guadagna una media di circa 30.000 euro lordi annui), la Spagna (in cui si guadagna una media poco superiore ai 26.000 euro lordi annui) e Cipro (in cui si guadagna una media di circa 25.000 euro lordi annui).
Insomma, l’ ottimismo non è proprio la prima cosa che ci viene in mente leggendo queste cifre, anzi! Il primo istinto è forse quello di trovare il primo last-minute in classe economica (perchè i nostri stipendi ci permettono solo questo) per trasferirci da qualche altra parte.
Ma attenti a non fare i biglietti per Slovacchia, Malta, Portogallo e Slovenia, perchè sono gli unici Paesi messi peggio di noi!!
I dati degli ultimi anni, come quelli che Labour Market Statistics ha raccolto sui redditi del 2009 tra le aziende che registrano almeno dieci dipendenti nei settori del commercio, nei servizi per le imprese e delle costruzioni, hanno dimostrato come le remunerazioni in Italia hanno, oltre alla minore consistenza economica, anche la percentuale minore di avanzamento; dal 2005 al 2009 l’ aumento in Italia è stato solamente del 3,3 % . Un niente a confronto con le percentuali estere come il Lussemburgo col 16,1 % in più, il Belgio con + 11 %, Olanda + 14,7 %, il + 22 % del Portogallo; i più modesti + 10 % e 6,2 % appartengono, rispettivamente, a Francia e Germania come, l’ allora positivissimo, + 29,4 % della Spagna.
Ecco la lista dei redditi lordi annui dei diversi Paesi europei:
Slovacchia, 10.387 Euro
Malta, 16.158 Euro
Slovenia, 16.282 Euro
Portogallo, 17.129 Euro
Italia, 23.406 Euro
Cipro 24.775 Euro
Spagna, 26.316 Euro
Grecia, 29.160 Euro
Austria, 33.384 Euro
Francia, 33.574 Euro
inlandia, 39.197 Euro
Irlanda, 39.858 Euro
Belgio, 40.698 Euro
Germania, 41.100 Euro
Paesi Bassi, 44.412 Euro
Lussemburgo, 48.914 Euro
” Situazione da scardinare “, è così che il Ministro del Lavoro Fornero ha commentato i dati, lamentando l’ eccessiva differenza che si osserva tra i bassi salari e l’ elevato costo del lavoro.
Fortunatamente pare però ci siano anche dei dati che ci riassegnano un pò d’ onore e sono quelli riferiti al “salary gap“.
Consiste nella differenza di stipendi tra gli uomini e le donne, basato sul rilevamento della media dello stipendio orario grezzo.
In riferimento al 2009, il gap italiano è poco superiore al 5 % , maggiore solamente a quello della Slovenia, ma decisamente inferiore alla restante media europea che si aggira intorno al 17 %.
Ma questo è davvero un dato confortante?
Ad un’ alisi più approfondita ci si rende conto di come mai la differenza degli stipendi dei due sessi sia così ridotta, per il semplice motivo per cu,i oltre ad uno scarso utilizzo di contratti part time, purtroppo il tasso di occupazione femminile è ancora basso; così come per gli altri Paesi che dimostrano un ristretto coinvolgimento delle donne nel settore lavorativo.
La soluzione per ovviare a questi problemi è quella, a detta della Fornero, dell’ aumento della produttività. Il Ministro del Lavoro è fiduciosa sulla riuscita di un’ intesa che possa accomunare la discussione del tanto chiacchierato articolo 18 e la discussione del mercato del lavoro.
Quello per il quale il Ministro lavorerà è la creazione di un mercato più inclusivo, che non vuole creare per richiesta di terzi, anche se, bisogna ammettere, ci sono tantissime cose da modificare; ed intanto si prepara all’ incontro di metà settimana col Professor Monti.