Il naufragio della nave da Crociera Costa Concordia, la situazione ad un mese dall’ incidente.
È passato già un mese da quella fatidica notte, un mese di speranza, lavori, indignazione, solidarietà, ma soprattutto un mese di sofferenza subita da chi ha vissuto la tragedia in prima persona e chi, ancora oggi, non ha una tomba su cui piangere.
Partita dal porto di Civitavecchia, verso le 19.00, la nave trasportava 4.229 passeggeri, persone comuni il cui unico intento era quelle di affrontare un viaggio nel Mediterraneo all’insegna del divertimento, totalmente ignari del destino che li attendeva.
Un destino deciso da una manovra sbagliata, da una rotta azzardata, da una “bravata”, dall’esibizionismo.
In qualsiasi modo la si voglia chiamare, purtroppo non cambia il corso degli eventi.
Ore 21.42, in base ad alcune testimonianze rilevate dai magistrati nell’inchiesta tutt’ora in corso, la nave, in seguito ad una rischiosa manovra di avvicinamento volta ad effettuare un “saluto” agli abitanti dell’isola del Giglio, il cosiddetto inchino, urta, con la fiancata di sinistra, uno spuntone di roccia, provocando uno squarcio di circa 70 metri. È il principio di un incubo che durerà più di 7 ore.
Per cause ancora da accertare, non viene dato l’immediato allarme di evacuazione, anzi, passeranno oltre 50 minuti, minuti di angoscia ed agonia, prima che si decida di calare le scialuppe di salvataggio.
Oggi, ad un mese di distanza, si piangono 17 vittime ritrovate ed identificate, mentre sono state interrotte, per mancata sicurezza verso le forze dell’ordine addette al recupero, le ricerche dei 15 dispersi.
Una tragedia dalle immane dimensioni, che ha suscitato sconforto, per la gravità, ed indignazione, per le cause, in molti paesi del mondo, coinvolti anch’essi in prima persona per la perdita dei loro concittadini (ricordiamo che sulla nave erano presenti passeggeri e membri dell’equipaggio di molte nazionalità).