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Maltempo ed emergenza Gas

di Mamma Simona

10 Febbraio 2012

riscaldamentoAlla diminuzione brusca delle temperature, è scontato che i cittadini rispondano con un aumento di consumo di gas necessario per riscaldare le abitazioni….ed è emergenza!

 

  1. Sciopero dei tir;
  2. Nevicate;
  3. Blocco della circolazione dei mezzi oltre le 3,5 tonnellate.

 

Queste sono le 3 cause che stanno alla base della crisi dell’emergenza gas.

Il Comitato Emergenza Gas si è visto costretto ad attuare un programma di distacchi programmati, ad alcune aziende, per contenere i consumi, che, a causa del freddo di questi giorni, hanno subito notevoli aumenti.

Le associazioni di categoria, rappresentate da Gas Intensive, consorzio di Confindustria, lanciano l’allarme emergenza dovuto al fermo di produzione, in un momento già più che critico in economia: uno stop di 3 giorni delle industrie in questione, costituirebbe un calo del PIL di un punto.

centrali gasGià provate per i disservizi creati nella consegna delle merci a causa degli scioperi e successivamente per i blocchi di circolazione, le associazioni (circa 3-400) hanno dovuto subire un programma di interruzione, per contribuire al risparmio energetico, necessario a salvaguardare le esigenze dell’utenza domestica, che, a causa della diminuzione drastica delle temperature, usufruisce di un maggior consumo per scaldare le proprie abitazioni.

Attualmente la domanda di consumo di gas tocca punte di 460milioni di metri cubi, record storico italiano.

Dalle riserve stoccate sono stati prelevati 170milioni di metri cubi.

Ma come mai ad alcune aziende vengono limitati i consumi?

Si tratta di un programma di interrompibilità, cui hanno aderito di propria sponte numerose grandi aziende: a fronte di un forte risparmio sui pagamenti dell’energia consumata, le aziende si impegnano a farsi limitare la fornitura di gas nei casi di emergenza.

emergenza gasOgni anno la collettività paga profumatamente i risparmi di queste aziende che vengono divisi tra tutta l’utenza, costi che ci troviamo in bolletta; le cifre stimate si aggirano attorno ai 30milioni di euro.

Per sopperire all’aumento di richiesta di energia, altra alternativa è il ricorso alla riapertura delle centrali ad olio combustibile, non più attive. L’Enel ne ha già ripristinati e riattivati due: a Piombino e a Livorno ed altri sono pronti per essere riaperti. Da questi 4 impianti, ed altri ancora in fase di riattivazione, arriverebbe energia che pari a 20milioni di metri cubi di gas al giorno. Tutto ciò ha ovviamente un costo, che ci vedremo spalmati sulle bollette in futuro. Nel 2006 per un’ emergenza di dimensioni più contenute ma di problematica simile, si arrivò a 106milioni di euro di costi sostenuti per le riattivazioni delle centrali ad olio questi “finanziati” dagli utenti.

Un lavoro teso ad ottimizzare le importazioni e lo sfruttamento degli stoccaggi è quello che sta conducendo l’Autorità per l’energia. Dopo i rallentamenti dell’import dalla Russia dei giorni scorsi, è ripresa la normale fornitura di gas. La Tunisia ha rinunciato ad una quota di gas da destinarsi all’Algeria mettendolo a disposizione per l’Italia.

Il direttore della comunicazione Eni, Gianni Di Giovanni, afferma che abbiamo scorte per altri 20 giorni, ma con buone probabilità il gelo e il freddo, per allora, avranno allentato la morsa sul paese.

Sul fronte elettricità, gli interventi durante questi giorni di tregua, hanno consentito la riattivazione di quasi tutte le utenze, che avevano subito interruzioni di fornitura, specialmente nel centro-sud.



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