Estate tempo di eccezioni ed eccessi alimentari anche per i bimbi?
Spesso i piccoli mangiano troppo o male perché ovunque c’è una tentazione in agguato; la bevanda preferita diventa quella zuccherina e gasata; i gelati abbondano e non sempre sono artigianali ed alla frutta. Troppe volte il nonno, lo zio o il vicino di ombrellone concedono al pupo questo o quel “fuori pasto” che noi mamme tanto odiamo.Ed il bimbo beatamente mangia “il pasticcio” di turno e sorride, ma a quale prezzo? Il risultato è duplice: il piccolo corre il rischio di fare spiacevolmente conoscenza con il mal di pancia e le abitudini alimentari vanno in fumo!
Come si riconosce un “mal di pancia da vizio alimentare”?
Quando la causa del mal di pancia è una semplice “scorpacciata” il bambino avverte un dolore addominale nella zona intorno all’ombelico, quindi al centro dell’addome. Il fastidio può essere continuo o alternato, in questo secondo caso il piccolo sentirà degli spasmi addominali simili a dei crampi.
Quando non è legato a disturbi patologici o preoccupanti il mal di pancia scompare da solo in un paio di ore, spesso in concomitanza con l’evacuazione del piccolo.
Come ogni altro malessere, anche un semplice mal di pancia è capace di irritare il bimbo.
Una camomilla, un tè o una tisana possono dare sollievo, appena calde riescono anche a favorire l’evacuazione.
Un massaggino alla pancia accompagnato da una buona dose di coccole riesce ad essere di grande aiuto ed a tranquillizzare.
È sempre bene avere un catino a portata di mano, i bimbi spesso definiscono mal di pancia il senso di nausea e quando non riescono a liberarsi altrimenti accade che vomitino.
Ogni qual volta il bimbo lamenti dolori addominali è comunque buona norma controllare che non vi siano disturbi concomitanti. In questo senso badate che il piccolo non abbia febbre (indice di una infezione), urine scure e colorito pallido o giallastro (segnali di una sofferenza del fegato), ecchimosi o contusioni (possibili spie di traumi diretti) o sangue nelle feci. In questi casi consultate prontamente un medico.
Ricorrete a cure mediche immediate anche se:
– il piccolo ha una età inferiore ai 2anni;
– il dolore addominale e persistente ed il bimbo piange senza trovare sollievo in alcun modo;
– il bimbo non riesce a camminare o lo fa stando piegato su se stesso, reggendosi la pancia e non riuscendo a stare diritto;
– il dolore non cessa trascorse 2ore;
– il dolore persistente non si irradia dal centro dell’addome, ma interessa il basso ventre (tenete presente che nella zona bassa della pancia a destra si trova l’appendicite);
– il ventre del bimbo risulta teso e rigido (tastatelo sempre con molta delicatezza, anche mentre lo massaggiate);
– al dolore si associano vomito e scariche di diarrea.
In ogni caso è bene contattare il pediatra per sciogliere qualsiasi possibile dubbio.
Il mal di pancia è il precipitato immediato e fisicamente doloroso della cattiva alimentazione, ma non è l’unica conseguenza dei peccati di gola estivi. Quali altri problemi possono sorgere quando il bimbo perde il suo equilibrio alimentare?
In genere la perdita di una “abitudine regolare” è sempre un danno per i piccini. Il momento della pappa, poi, è uno di quei riti delicati che noi mamme insieme ai nostri cuccioli stabilizziamo spesso con fatica; turbarlo e rivoluzionarlo non è un bene né per i bambini, né per le mamme che finite le ferie potrebbero trovare molte difficoltà a ristabilire l’ordine.
In questo senso vanno assolutamente rispettate le solite regole alimentari; con il clima spensierato e vacanziero non deve aumentare in modo spropositato la quantità di cibo somministrata al bimbo, la qualità deve rimanere alta, il numero dei pasti non va variato e i fuori pasto vanno sempre evitati, gli orari devono restare stabili ed ordinati e non vanno “smantellate” neanche le regole relative al modo di consumare le pappe.
Parenti ed amici possono aiutarci nella gestione dei piccoli durante l’estate. E questo ha modo di rappresentare certamente un vantaggio per noi genitori. Tuttavia chi si presta con piacere e partecipazione alla cura del piccolo deve farlo seguendo le abitudini del bimbo e quindi le nostre indicazioni.
Qualche sera fa il nonno si è incaricato della cena del nipote. Ebbene finita la pappa della piccola, esco in giardino per controllare a che punto fossero, la scena che mi si presenta davanti fu questa:
mio figlio era nel vialetto condominiale e correva dietro gli amici munito di pistola ad acqua, sparava e veniva sparato a sua volta, mio padre piatto in mano lo ricaricava con bocconi di cotoletta al grido di “energia, energia”! Che dire? Il nostro è un nonno stile “Nonno Libero”, autonomo, capace, intraprendente, intelligente e non invadente.
È perfetto? Quasi! Il mio <<quasi>> non dipende da nessun suo difetto, perché fondamentalmente difetti invalidanti non ne ha, l’imperfezione, piuttosto, nasce dal fatto stesso di non essere genitore. Chi durante l’estate ci sta vicino e vuole godersi i pupi tende a “concedere e permettere” e facendolo non si rende conto che rompe degli schemi in cui il bambino si trova a suo agio non naturalmente, ma perché noi mamme, con pazienza e tanto lavoro, abbiamo costruito le nostre abitudini con il piccolo.
Insomma il nonno portando il bimbo ed il piatto a fare la guerra era contento per il solo fatto che il pupo avesse mangiato, il modo non gli sembrava un problema, né si è domandato cosa ne sarebbe stato di me al pasto successivo!
In questi casi inutile fare piazzate, io, adesso, apparecchio la tavola per due, fratello e sorella mangiano dentro casa, insieme e lontani da distrazioni.