La ricerca medica, sempre in continua evoluzione, ha, tra i suoi molteplici scopi, quello di trovare possibili cure per le malattie e, meglio ancora, trovarne di preventive.
Ma spesso molte scoperte, preventive e non, devono confrontarsi con le opinioni religione e bio-etiche sfavorevoli, arrivando, a volte, a risultare delle vere e proprie pratiche mediche illegali.
È accaduto ad una recente ricerca svolta dalla Wellcome Trust, fondazione dedita al miglioramento delle condizioni di salute che opera presso la Newcastle University, in base alla quale, in futuro, sarà possibile combattere le malattie genetiche del feto, grazie ai geni di tre genitori.
Non tutti sanno che il nostro codice genetico viene ereditato per metà dal padre e per metà dalla madre, con un’ unica eccezione fatta da uno 0,2%, trasmesso esclusivamente dalla mamma. Tale eccezione è formata dai mitocondri, piccoli organi cellulari, che hanno il compito di produrre energia e le cui malattie, dette appunto mitocondriali, possono causare al feto disfunzionalità in organi come cuore, fegato, cervello e muscoli, ossia quelli che necessitano di un maggiore apporto di energia.
La ricerca svolta in Gran Bretagna avrebbe permesso di sostituire tali organi cellulari “malati” con quelli sani di una seconda mamma donatrice, attraverso due tecniche:
- Transfer Pronucleare: è l’intervento effettuato su un ovocita già fecondato. Quello della mamma “originale” viene privato dei mitocondri difettosi (il famoso 0,2%), senza subire alcuna alterazione al DNA, ossia senza mutare la trasmissione genetica, che verranno sostituiti (attraverso la fecondazione in vitro) da quelli sani della mamma “donatrice”;
- Transfer della metafase del fuso mitotico: è l’intervento effettuato sui due ovociti (mamma donatrice e mamma originale) non fecondati, ossia sul fuso mitotico che ha la funzione di separare i cromosomi nel corso della divisione cellulare, il processo dal quale vengono poi generate le cellule figlie.
Purtroppo però tali studi, al momento, sono considerati “fuori legge”, in quanto la legislatura britannica impone il divieto assoluto di mischiare, durante le procedure di fecondazione in vitro, spermatozoi e ovociti provenienti da più di due individui.
Nonostante ciò la ricerca va avanti, come asserito dallo stesso professor Alison Murdoch, capo del Dipartimento di Medicina della Riproduzione dell’Università di Newcastle:
“Come medici abbiamo il dovere di curare le malattie e, ove possibile prevenirle. Con malattie per le quali non esistono trattamenti l’imperativo di sviluppare nuovi trattamenti è ancora maggiore. Naturalmente nessun trattamento è mai privo di rischi e se ci sono rischi avremo bisogno di quantificarli in modo che i medici possano discuterne con i pazienti”.