Gravidanza: come la vita in utero e condiziona i comportamenti del bamino anche da adulto
E se certe abitudini e certi comportamenti dipendessero da quello che una mamma incinta mangia durante i nove mesi?
Questa ipotesi è stata avanzata e sviluppata da Annie Murphy Paul nel suo libro “How The Nine Months Before Birth Shape The Rest Of Our Lives” (Come i nove mesi prima della nascita possono formare il resto della tua vita).
L’autrice ha intervistato medici e scienziati ed è arrivata alla conclusione che se in gravidanza la mamma assume poche proteine il feto svilupperà non muscoli, ma un eccesso di tessuto adiposo che, se pur utile – in quanto risorsa di energia – subito dopo la nascita, potrebbe in seguito predisporre il bambino a obesità, diabete e malattie dl cuore. Se invece la mamma, durante i nove mesi, mangia poco rischia di mettere al mondo un bambino con più malformazioni rispetto ai bambini nati da madri che in gravidanza sono riuscite a mantenere il loro peso ideale.
E ancora. Pare che le stagioni dell’anno possono influire sullo stato di salute del nascituro, perché aspettare un bimbo in estate o in inverno non sarebbe la stessa cosa. Le statistiche hanno dimostrato che i bambini (i feti) cresciuti in estate sono, da grandi, un centimetro più alti ed hanno un’ossatura più robusta rispetto ai feti cresciuti in inverno. Complice la vitamina D che d’estate, con il sole, viene sintetizzata maggiormente dalle donne incinte e colpa delle infezioni vitali e di certi virus che, in inverno, sono più frequenti e che, anche se ovviamente non sempre, possono compromettere lo sviluppo del cervello del feto.
Anche un forte stress vissuto nei nove mesi di gravidanza, o in un particolare momento dell’attesa, può avere un’influenza negativa sullo sviluppo del feto. Si è visto, ad esempio, che i bambini nati da donne che erano incinte durante l’attacco alle Torri Gemelle a New York nel 2001 e che hanno vissuto quel drammatico momento hanno meno glomeruli nel rene e meno isole del pancreas (responsabili della fabbricazione dell’insulina) e ciò porterà loro, da grandi, ad avere la pressione più alta, una maggiore incidenza di malattie cardiache e più diabete rispetto ai loro coetanei le cui mamme hanno serenamente vissuto i nove mesi di gravidanza.
Secondo Annie Murphy Paul, inoltre, anche certi comportamenti criminali potrebbero derivare da ciò che un feto ha vissuto durante i nove mesi all’interno dell’utero. In California, i giudici hanno sospeso la pena di morte di un uomo, Charles Gaston, accusato di omicidio, perché i suoi avvocati sono riusciti a dimostrare che la madre, quando era incinta di lui, beveva ed era ubriaca perfino al momento del parto.
Con buona pace di Cesare Lombroso.