Vi siete mai chiesti come mai, nonostante l’assunzione di alcuni farmaci, in questo casi gli antibiotici, i nostri “malanni” non presentano alcun miglioramento?
È perché, all’interno degli ospedali, è sempre più facile contrarre delle infezioni?
Molto spesso si risponde a queste domande puntando il dito contro un’incompetenza medica e/o la malasanità.
E se invece fossero i batteri a cambiare?
Proprio così!
Secondo alcuni studi svolti in Italia, presso l’Istituto Superiore di Sanità e condotti dalla dottoressa Alessandra Carattoli, i batteri, responsabili della maggior parte delle infezioni nosocomiali (infezioni urinarie, respiratorie, sepsi e infezioni alle ferite chirurgiche) si sono evoluti, diventando resistenti ai farmaci, compresi quelli di ultima generazione.
Questo scambio di informazioni avviene attraverso i plasmidi, geni di forma circolare, simili a piccoli anelli, che permetto lo scambio di informazioni da un batterio all’altro. In poche parole permettono la trasmissione dei geni della resistenza all’antibiotico.
La ricerca condotta nel nostro Paese ha reso possibile l’ identificazione di questo gene grazie ad un kit, anch’esso ideato dalla dottoressa Carattoli, e distribuito in tutto in modo, al fine di combattere e prevenire l’innalzamento delle difese dei batteri.
Inoltre l’ AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco, in collaborazione con l’ Istituto Superiore di Sanità e il patrocinio del Ministero della Salute, ha intensificato la campagna di sensibilizzazione verso l’uso degli antibiotici, ritenuti una delle causa scatenanti di questa trasformazione genetica, a causa del suo uso spesso frequente ed inappropriato.