Anche quest’anno i fuochi d’artificio sono stati la causa di vittime e feriti, di cui una fetta considerevole è costituita da giovani dall’età inferiore ai 12 anni; nel napoletano ha perso la vita il giovane proprietario di un ristorante a causa di una ferita profondissima alla bocca e a Roma un appartamento è stato distrutto da un’esplosione causando la morte di un uomo.
Queste notizie lasciano il pubblico allibito in quanto spesso ci si rende conto di come in un batter d’occhio momenti di festa possano trasformarsi in tragedia, non solo per le vittime ed i feriti, ma anche per le loro famiglie.
Nonostante i fuochi d’artificio rappresentino un’esplosione di luci e colori assolutamente gradevoli alla vista, è un dato di fatto che essi siano costituiti da materiali non solo nocivi, ma anche molto pericolosi, i quali, da come anzidetto, possono provocare danni irreparabili.
A volte mi chiedo: “Non basta brindare a mezzanotte con parenti e amici e magari scambiarsi gli auguri con i condomini dopo la mezzanotte?”. “Perché la festa deve essere motivo di preoccupazione e pericolo?”.
Personalmente reputo che il destino di un intero anno non sia assolutamente dipendente alla quantità, anzi, dalla presenza di fuochi d’artificio, pertanto non posso far altro che chiedermi se il “gioco” dell’ostentazione valga davvero la “candela” della propria vita.
Se invece il focus della nostra attenzione sono i giovani, allora la questione diventa ancor più preoccupante e degna di una riflessione più approfondita; possiamo immaginare mille fattori alla base di questi comportamenti: genitori poco presenti, genitori troppo presenti verso i quali, per spirito di contraddizione i figli mettono in atto condotte dannose; voglia di sperimentare la trasgressione in quanto essa è sinonimo di età adulta; desiderio di sentirsi e farsi notare attraverso comportamenti rischiosi e quant’altro.
Se il desiderio di essere notati e di “apparire adulti”, di per sé non nocivi, divengono le fondamenta su cui si pianifica un capodanno all’insegna dei petardi e del pericolo è necessario effettuare una rivisitazione della maniera in cui sarebbe opportuno vivere questa “festa”.
A tal punto mi sento di rivoltare la medaglia e focalizzarmi non tanto sulle cause quanto sul comportamento, dato che esso può comportare dei rischi non indifferenti; dunque, se le key words del capodanno giovanile sono: allegria e un pizzico di trasgressione, dunque, osservando il detto: “Semel in anno licet insanire” consiglierei personalmente di andare in locali, in discoteca, a feste private dove si possa ballare, divertirsi, brindare magari indossando anche abiti non proprio quotidiani per dare un tocco di stravaganza “sana” alla prima notte dell’anno, il tutto per garantire attimi di felicità e spensieratezza privi di preoccupazioni e rischi che potrebbero impedire il ripetersi di questi momenti di gioia.
Pertanto, sarebbe opportuno divertirsi, fare anche baldoria e perché no, anche i famigerati e immancabili trenini, purchè sia fatta in maniera sana, prudente, altrimenti si perde anche il “senso del festeggiamento”, il capodanno rappresenta l’inizio di un nuovo capitolo scandito dal rinnovo dei calendari e dalle lancette che imperterrite scorrono. Un nuovo anno è il riflesso di buoni propositi, speranze e perché no, gioie; non rendiamolo motivo di un dolore indescrivibile: secondo il detto ogni azione effettuata a Capodanno tende a ripetersi tutto l’anno; ovviamente questo è puro surrealismo, tuttavia cogliamo il senso ironico del detto e pensiamo: chi si diverte e sta bene a Capodanno…..si diverte e sta bene tutto l’anno!!