E’ appena trascorso un week end all’ insegna delle polemiche e di un malcontento, sempre più diffuso, della popolazione a causa della rivolta causata dalla reazione ai tagli degli stipendi da parte dei membri del Parlamento.
Le contestazioni degli Onorevoli, se così possiamo continuare a chiamarli, a loro dire non sarebbero riferite alla proposta inserita da Monti nella manovra ma solamente verso la formula di attuazione, ritenuta anticostituzionale.
Il Presidente della Camera Gianfranco Fini ha tenuto subito a precisare però che la polemica sarebbe stata ipotizzata dai media e che non ci saranno da parte loro degli atteggiamenti non adatti al momento di profonda crisi che stiamo vivendo.
Insieme a lui anche il Presidente del Senato, chiede ad Enrico Giovannini, Presidente Istat, di terminare in tempi brevi le valutazioni delle indennità parlamentari europee in modo da poter agire in egual modo, alla diminuzione di quelle italiane.
Le polemiche sono sbocciate perché i tagli che dovrebbero partire, secondo il decreto di legge 201/2011, proprio dopo che il Presidente Istat ha terminatole valutazioni, vorrebbero essere anticipate dal nuovo esecutivo attraverso un decreto, senza passare prima dal consenso della Camera, che sarebbe l’unico organo adatto a svolgere questa mansione.
I politici a loro difesa precisano che la loro non è un’ azione intrapresa per rallentare la diminuzione degli stipendi ma soltanto per difendere il Parlamento e la sua indipendenza, Angelino Alfano Segretario del Pdl dichiara: ” le Camere non si fanno commissariare dal Governo“ .
I maggiori partiti del panorama italiano comesempre si dividono anche sulle opinioni al riguardo, il Pdl tramite il suo rappresentante Massimo Corano afferma che non deve essere il Governo a decidere per decreto e annuncia la probabile presentazione di un’ emendamento col quale si stabilirebbe il tempo massimo entro il quale la Commissione dovrà effettuare le valutazioni, successivamente il Parlamento avrà 30 giorni per prendere una posizione a riguardo e probabilmente il tutto si protrarrà, purtroppo per noi, almeno fino alla fine di marzo.
L’ Udc non è dello stesso avviso e dichiara che da parte loro non verrà mai presentato un emandamento volto all’ esclusione dei tagli dei stipendi dei parlamentari, l’ Idv infastidita dalla questione chiede ai propri colleghi di non prenderein giro gli italiani e dalle fila del Pd, il Sindaco di Firenze Matteo Renzi scrive su facebook:
“ Spero sinceramente che si tratti una bufala.Ma è davvero possibile che i parlamentari italiani stiano cercando di far saltare dalla manovra la parte che riguarda il loro (piccolo) contributo ai sacrifici? “.
- I nostri parlamentari ricevono orientativamente circa 12000 Euro lordi almese come “ trattamento economico “ che arrivano intorno a 23000 Euro considerando anche i rimborsi per i contributi e le segreterie; nell’ Eurozona i compensi si aggirano attorno ai 5300 Euro il che porterebbe ad un abbassamento dei loro stipendi del 50 %.
- I nostri parlamentari hanno però ottenuto la possibilità di pareggiare i propri stipendi solo con quelli dei 6 maggiori Paesi che hanno adottato la moneta unica e questo rende la differenze più esigua. I loro colleghi francesi ricevono infatti più o meno la stessa cifra, intorno a 11800 Euro, i tedeschi intorno a 10000 Euro e i parlamentari europei circa 132000 Euro.
- Quello che rende però i nostri politici una vera e propria casta di privilegiati è rappresentato dagli assegni ricevuti a fine mandato e i vitalizi,di gran lunga superiori alle medie.
Al momento nel decreto presentato dal Professor Monti non si prevede una cifra definita da decurtare ai loro stipendi, questo spetterà come detto prima alla Commissione presieduta da Enrico Giovannini, che ha ricevuto l’ incarico nella manovra economica varata da Tremonti nel Luglio scorso. Quello che per ora pare certo è che se entro la fine di quest’ anno, la Commissione non avrà terminato il proprio lavoro, sarà concesso al Governo di agire attraverso un intervento d’ urgenza.
Ma noi cittadini, come dobbiamo valutare queste reazioni?
Sinceramente che sia o meno vero che le loro obiezioni siano nate solo a favore della tutela del Parlamento e della sua identità, a noi non cambia molto.
Vediamo soltanto per l’ ennesima volta la vergognosa mancanza di rispetto nei riguardi di noi elettori: noi elettori gli abbiamo permesso di sedersi su quelle belle poltrone dorate e ai quali sono stati chiesti sacrifici non indifferenti. Loro sembra proprio che non se ne rendano conto, dal momento in cui qualcuno ha avuto il coraggio di dire che diminuire i loro stipendi significherebbe farli vivere in modo indegno, nella povertà, impedendogli addirittura di poter fare la spesa; e tutto questo solo perchè noi vogliamo vederli soffri re! Per carità, visto come siamo ridotti, potrebbe anche essere vero, ma oltre a questo nostro più che legittimo masochismo, non riescono proprio a rendersi conto di quello che negli anni ci hanno tolto?
E’così utopistico, tornare indietro negli anni e riferirsi a figure che nel passato facevano sicuramente a meno degli attuali quasi 2 miliardi di Euro al mese per il solo funzionamento della macchina politico- istituzionale? E’ troppo da nostalgici pensare a personalità politiche come Enrico De Nicola che, a prescindere dalle proprie idee polittiche, affrontò l’ incarico di Presidente della Repubblica arrivando a Montecitorio senza scorta, con la sua auto e non volle mai percepire dallo Stato neanche una lira come stipendio? Pensate che pagava di tasca propria addirittura i francobolli e le telefonate..Probabilmente risalgono all’ epoca gli ultimi risparmi lasciati da un politico nelle tasche dello Stato italiano!