Blocco del traffico a Milano nei giorni del 9 e il 10 dicembre: Ponte dell’ Immacolata a piedi, milanesi senza auto, moto e motorini.
Il Blocco del Traffico nella città di Milano arriva in risposta all’emergenza smog e rappresenta una dalle misure per il contenimento dell’inquinamento atmosferico nel comune milanese.
Per conoscere i dettagli del divieto di circolazione dei mezzi di trasporto inquinanti seguire il link:
Blocco traffico Milano 9 dicembre: ponte dell’Immacolata senza auto
Esiste a Milano una reale emergenza smog ed inquinamento, esaminiamola nel dettaglio: Emergenza smog
Come ogni anno, puntuale, torna alto il livello smog nelle città, in particolare nelle grandi metropoli.
Le amministrazioni locali prendono provvedimenti per arginare il problema; stop della circolazione di macchine o comunque limitazioni: targhe alterne, orari imposti di divieto, inibizione per auto Euro 4 o Euro 3, fermi per mezzi non provvisti di FAP, il filtro antiparticolato….
Sul banco degli imputati le famose polveri sottili presenti nell’aria: conosciute come Pm10.
La loro percentuale è costantemente monitorata; esistono vari livelli di tolleranza, ma quando la concentrazione si fa troppo alta, superando i limiti consentiti oltre i quali il pericolo salute diventa notevole e grave, si rende necessario un tempestivo intervento.
Responsabili della presenza di Pm10 nell’aria sono i maggiori agenti inquinanti delle città: riscaldamento degli edifici e circolazione delle automobili.
Ad aggravare la situazione è la mancanza di precipitazioni atmosferiche:
la pioggia contribuisce a “lavare” l’aria, ovvero porta a terra le polveri sottili presenti nei primi metri sovrastanti il suolo e che pullulano nell’atmosfera, dimezzandone la presenza.
Lo smog sembra essere una caratteristica costante delle città italiane; secondo Legambiente, nel mese di novembre sono 44 le città italiane ad aver superato il limite di tolleranza giornaliera di Pm10 di 50 microgrammi/m3oltre i 35giorni consecutivi, consentiti per legge.
Si disputano la pole position di questo triste primato Milano e Torino; mentre la regione che “vanta” più città inquinate è decisamente la Lombardia, con ben 11 città incriminate. E’ infatti nella pianura Padana che si trova l’ambiente più inquinato d’Italia.
La notizia shock, che dovrebbe scuotere le coscienze umane, è che il Pm10 causa in Europa più di 250mila morti premature, solo in Italia muoiono 15 persone ogni 10mila per morti premature riconducibili alle conseguenze di presenza nell’aria di polveri sottili.
Si tratta di dati allarmanti, troppo spesso ignorati o presi in considerazione solo quando la degenerazione va oltre i limiti dei limiti e diventa emergenza, senza considerare alcun tipo di precauzione ma cercando di correre ai ripari quando ormai la situazione è sfuggita di mano.
I blocchi della circolazione di auto con orari espansi che occupano la quasi totalità della giornata lavorativa, sono un palliativo efficace solo per la durata del fermo, non la soluzione al problema.
Durante lo shopping natalizio, a ridosso delle feste, imporre il divieto della circolazione significa bloccare le vendite delle attività commerciali in un periodo propizio, occasione per riscattare un po’ di dignità lavorativa, ora pressata dalla crisi economica.
Certo, non si può fare altrimenti, i livelli sono talmente improponibili che non rimangono alternative, ma l’intelligenza del popolino suggerisce che non si debba arrivare a questi livelli, occorre adoperarsi prima affinché non si raggiungano stati di emergenza.
Come?
Per esempio potenziando il servizio di trasporto pubblico, alternativa valida all’uso delle auto private; servizio che dovrebbe essere efficace, puntuale e democratico:
alzare il costo del biglietto di autobus e metropolitana a Milano da 1 euro a 1,50, non è democratico (modifica di pochi mesi fa), la proposta di pagamento del medesimo biglietto a “fasce d’orario” a costo più alto in orari di punta (proposta che parrebbe accantonata), non è democratica.
Una politica che scoraggia l’uso di mezzi pubblici e non ne garantisce l’efficacia, è lacunosa e prima responsabile di inquinamento.
Un lavoratore ha la necessità di vedere garantito un servizio, laddove la puntualità manchi o sia scostante, si vede costretto ad optare per l’uso di un proprio mezzo di trasporto.
Inoltre assistiamo tutti giorni a grandi sprechi pubblici e nei condomini a causa di un uso scriteriato del riscaldamento: scuole in cui gli alunni sono costretti d’inverno a rimanere in T-shirt a causa di una temperatura di riscaldamento troppo alta, idem per uffici pubblici in cui, per ovviare al problema, si tengono spalancate le porte di ingresso. Lo stesso dicasi nei condomini privati con riscaldamento centralizzato, magari malfunzionante, al cui primo piano si muore dal caldo e all’ultimo si gela.
Opportuni sarebbero anche degli incentivi per impianti di riscaldamento alternativi (come quelli con pannelli solari) o per auto elettriche o ibride che considerassero sconti o concorsi nelle spese consistenti, concreti e non irrisori, davanti ai quali un soggetto desiste.
L’educazione è fondamentale; per esempio in campo alimentare si stanno attuando campagne e promozioni, anche nelle scuole, che insegnino l’importanza di una sana alimentazione. Sarebbe auspicabile che maggiore informazione circoli anche in ambito di consumi, per rendere l’utente più consapevole, nella speranza di un uso più ragionevole.
In sostanza blocco delle auto, domeniche a piedi, targhe alterne, sono provvedimenti dimostrati insufficienti ed inefficaci; meglio puntare su una politica di promozione del trasporto pubblico e sul bando agli sprechi.
Lo smog è un pericolo per la salute di tutti e le nostre città sono malate e sofferenti; i nostri figli sono sempre più spesso colpiti da malattie respiratorie più o meno gravi che vanno da raffreddamento a tossi recidive ad asme più o meno importanti.
Un intervento strutturale è più che auspicabile per arginare la situazione e rendere le nostre città più vivibili.