Un bug di Facebook determina una falla nella protezione dei dati personali e consente l’accesso alla visione anche delle foto classificate come “private” dagli utenti del social network.
In altre parole un “errore” del sistema ha temporaneamente reso possibile a chiunque di spiare le foto riservate del popolo di facebook.
Sul social classificare una foto come privata vuol dire proteggerla, riservarne la visione ai soli amici. Cosa è accaduto? In che modo potevano essere visionate anche le foto teoricamente protette?
Si parla di bug o baco, il termine nel linguaggio informatico riconosce un errore di un sistema.
I fatti:
l’enorme utenza del social rende inevitabile la circolazione di “ogni tipo” di materiale ed informazioni, ma su Facebook è possibile segnalare i contenuti inappropriati. Il meccanismo di segnalazione segue un suo automatismo che conduce l’utente a specificare ed individuare il contenuto improprio, ciò attraverso una serie di passaggi guidati da domande e richieste.
Un comune utente mentre segnalava un contenuto improprio si è imbattuto nel “problema”:
– ha provato una nuova funzione finalizzata a segnalare a Facebook più contenuti inappropriati insieme (ad esempio più immagini oscene), cosiddetta segnalazione di istanze multiple;
– ha selezionato l’opzione finalizzata alla indicazione di foto aggiuntive da includere nella segnalazione ed ecco che ha scoperto la possibilità di visionare le foto recenti del “soggetto – utente appena segnalato”, ciò indipendentemente dalla classificazione delle immagini con status “privato” o con status “pubblico”.
E resa nota la falla c’è stato subito chi ne ha approfittato;
non a caso abbiamo visto il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, accanto ad Obama o “in momenti familiari”, ritratto in immagini relativamente personali che avrebbero dovuto, invece, essere inaccessibili a chiunque.
Inutile girarci intorno: concretamente si è aperta una falla nella protezione della privacy, è stata possibile la violazione delle foto private degli utenti. E ciò sebbene Il “baco” sia durato poco; va detto, infatti, che la società ha prontamente bloccato la funzionalità che lo rendeva possibile.
Ecco quanto dichiarato dai portavoce di Facebook: “abbiamo immediatamente disabilitato il sistema e ripristineremo la funzionalità solo quando potremo garantire che il problema è stato risolto“.
Per massimizzare la tutela della privacy, forse, il miglior consiglio è sempre uno soltanto: limitare il numero di foto personali immesse in rete e, per le mamme, limitare il numero di foto dei bambini e pubblicare preferibilmente immagini in cui i piccoli non siano riconoscibili.