Quello che dovrebbe contenere la manovra, la ventesima negli ultimi dodici anni, è l’ insieme di nuove tasse (poveri noi) e tagli alle spese che dovrebbero rappresentare circa 575 miliardi di Euro, più di 6000 Euro ad italiano.
Non basterebbero però ad uscire dalla crisi, che dovrà comprendere anche misure semplificative necessarie alla velocizzazione della realizzazione delle infrastrutture, l’ ammodernamento delle reti energetiche, le riforme sulle pensioni e sui contratti lavorativi e l’ ipotesi della reintroduzione della patrimoniale o al posto suo un prelievo dello 0,5 % sui patrimoni superiori al milione di Euro.
Le proposte del Governo dovrebbero essere approvate, a meno di opposizioni parlamentari, già entro Natale in risposta alle polemiche degli ultimi giorni, sulle tempistiche messe in atto per arrivare alle misure necessarie.
Di certo si attendeva dal nuovo esecutivo, essendo solamente tecnico e quindi non rallentato dall’ inevitabile contrattazione propria di un Governo politico, una maggiore velocità nelle azioni; non dimentichiamo che mancano ancora i Sottosegretari e i Viceministri che verranno nominati nel Consiglio dei Ministri di domani.
La cosa al momento più importante è proprio, a causa delle giuste pressioni che continuano ad arrivare dall’ Europa, riuscire a trasformare tutti i buoni propositi delle ultime settimane in gesti concreti.
Monti si è giustificato affermando che non è lentezza la sua ma solamente l’ accortezza di non sbagliare non affrettando i tempi, dovendo mettere nero su bianco un pacchetto che non può contenere errori. Sapendo di non potersi permettere errori, Monti è intenzionato ad intraprendere, tra la sostanziale mole di lavoro, delle misure su tematiche che possano essere facilmente sostenute con l’ appoggio delle parti sociali e politiche.
Non è mai stato dimenticato il risultato primario da raggiungere, quello del pareggio dei conti entro la fine del mandato nel 2013, che però prevede anche nodi importanti come quelli dell’ evasione fiscale e le pensioni che non possono di certo essere effettuate in poco tempo.
In attesa della nomina dei Viceministri e Sottosegretari, intanto inizia il solito toto scommesse; il resto della squadra, che si vocifera possa essere composta da meno di 25 persone, potrebbe essere ancora una volta tutta tecnica.
La questione sulla quale però non si è ancora fatta del tutto luce è la presenza nella squadra dell’ attuale Direttore Generale del Tesoro,
Vittorio Grilli, che se accettase l’ incarico di Viceministro all’ Economia incorrebbe in una diminuzione di tre volte rispetto allo stipendio attuale …
poverino!
Invece sembrano più certe le voci che riguardano la suddivisione dei posti tra 12 persone vicine per ideali al Pdl e le altre 13 sostenitori di Pd e Terzo Polo.
La cosa sembra non preoccupare Bersani e colleghi che però definiscono assurda l’ idea di Berlusconi di proporre come Ministro per le deleghe alle telecomunicazioni l’ avvocato di Mediaset, definendola la commedia dell’ assurdo. I Democratici continuano però, così come il Vicepresidente della Camera Maurizio Lupi, a sottolineare un appoggio leale al nuovo Governo.
Chissà quindi se le nuove nomine di Viceministri e Sottosegretari ci presenteranno altri tecnici o esponenti delle varie parti politiche per scongiurare futuri ribaltoni.. lo sapremo nella prossima puntata! Sperando che non siano più di 6000 come quelle di Beautiful!