Nella rubrica Libri da Leggere di Vita da Mamma, consigliamo “La vita fino a te“
Autore: Matteo Bussola
Genere letterario: Narrativa
Casa Editrice: Einaudi
Numero di pagine: 197
Prezzo: 16,15 €
Le mie stelle: ⭐⭐⭐⭐⭐
Il libro in una parola: Un gomitolo di lana pronto per fare (e disfare) coperte per stare (o non stare) al caldo.
“La vita fino a te” – la trama in meno di 100 parole senza spoiler
“La vita fino a te” è un intreccio di racconti solo apparentemente auto-conclusivi, in alcuni passaggi si respirano più profonde filosofie, valori e motivazioni. Ed è allora che il lettore inciampa nella sua stessa vita e il cuore fa un sussulto.
Nell’ultima pagina il libro ricompone tutto l’amore che si può vivere in un’esistenza intera e lo chiude dentro l’immagine più matura della famiglia. Il concetto di famiglia che Bussola “disegna” con le sue parole prende una forma “decisa”: è il risultato costruito, perseguito e difeso di ciò che possiamo essere e diventare (non senza fallimenti, dolore e qualche rimpianto).
“La vita fino a te” – il filo conduttore
La guida della narrazione è l’amore ma il modo di intenderlo è del tutto non comune. Siamo abituati a considerare l’amore come un segmento di vita contenuto e teso tra due polarità: inizio e fine, passione e dolore, speranza e rimpianto. Questo libro stravolge il conosciuto. Col procedere delle pagine, infatti, l’amore diventa il filo di lana calda e morbida che non concepisce principio né fine trovando un possibile capo solo in ogni nuovo incrocio, in ogni giro, angolo e millimetro di quell’abbraccio ideale che ci scalda il cuore.
È come se tutte le energie spese nell’amore, ovvero ogni goccia di sangue sgorgato nelle nostre vene sotto la spinta di un cuore innamorato, si ricompongano in ciò che siamo qui ed ora. Ed ecco che a tutti gli affetti si restituisce nuova sostanza riconoscendo ciò che sono per loro stessa “biologia”, ovvero energia.
L’amore è energia e come tale non si crea né si distrugge, più naturalmente fluisce.
L’emozione dell’ultima pagina
Mia figlia mi ha chiesto perché da qualche tempo continuo a dirle che Bussola è diventato il mio Autore. Di fatto ho stimolato io stessa questa domanda: le dico sempre che ciascuno di noi ha un cantane, un pittore, una materia, un colore, un fiore, un paesaggio… molte altre cose uniche e speciali e tra queste un Autore.
Sebbene sono convinta che queste emozioni nella vita siano mutevoli, esattamente come le stagioni dell’esistere, in questo momento Bussola è il mio “buon posto in cui fermarmi” perché non scrive, lui disegna con le parole… e si sa che nei disegni a tratti leggeri c’è quella linea che puoi seguire fino a trovare una tua corrispondenza, una risposta.
In modo particolare in “La vita fino a te” mi sono sorpresa di scoprire come vorrei invecchiare e nell’ultima pagina mi sono sorpresa a capire come sono arrivata fino a dove mi trovo adesso (col corpo e col cuore).
In un certo senso questo libro è il solo che io abbia mai letto che non ha un’ultima pagina (naturalmente non in senso fisico ma, piuttosto, in senso percettivo): quando l’Autore “disegna” l’ultima parola rimette nelle mani del lettore un quadro d’insieme molto particolare. Chi legge si trova costretto a riflettere sulle sue stesse linee della vita, sui propri percorsi e i sui vissuti. Insomma, nel momento stesso in cui si finisce di leggere questo libro si incomincia anche a riscriverlo partendo dalla propria “cabina del telefono, dalla personale disperazione, dai propri figli, da quella volta in cui anche tu sei tornato a casa con la gola gonfia di cose da dire e alla fine hai pianto”.
Il personaggio più bello
Senza rischiare di fare spoiler, il protagonista più bello di questo libro è il ricordo in tutte le forme in cui si manifesta, nelle pagine leggere e in quelle che fanno sobbalzare il cuore. Il ricordo è un protagonista sottile, per lo spazio che trova nella narrazione assume valore fino a manifestarsi come una presenza che ritorna anche nell’ora e adesso… fino all’ultima riga dell’ultima pagina.
“La vita fino a te” – la frase, la scena, l’immagine o l’atmosfera de che resta per sempre
Pagina 89, nel bel mezzo della narrazione, rischia di diventare una pagina del mio libro delle memorie di lettura, uno dei più importanti insegnamenti ed esempi tratti dai libri; il passaggio chiave sta tutto in poche righe che tolgono il fiato lasciando il lettore in un’apnea in cui risuonano esistenze, percorsi, decisioni e persino possibilità. Ecco cosa traccia l’incrosto sulla carta:
“Una cosa che ho impiegato anni a capire è che la vita, se l’ascolti bene bene e al netto delle tempeste, alla fine ti porta sempre sulla tua isola, precisamente nel luogo in cui devi trovarti. La scelta che hai a quel punto è se restarci e costruire una capanna con i tronchi, oppure usarli per fare una zattera su cui ti imbarcherai alla ricerca di un’altra costa. Che non è detto troverai, perché magari la tua isola è proprio il mare. La decisione si riduce infine sempre a questo: piantare un orto o interpretare il vento, essere bravi contadini oppure buoni marinai.”
3 buoni motivi per leggere “La vita fino a te”
- Tutti abbiamo un gomitolo da qualche parte e la vita sferruzza una coperta per ciascuno di noi, ma sta di fatto che spesso siamo così distratti dal freddo che avvolgendoci nella lana morbida e calda manchiamo di capire la cosa di maggior peso, ovvero non ci accorgiamo che quella coperta è il risultato della nostra stessa vita e che ciò di buono e bello che abbiamo non è avulso da ciò di brutto, cattivo, doloroso e triste che c’è stato (e che ci ha logorato) nel passato. Un buon morivo per leggere “La vita fino a te” è cogliere il percorso a ritroso del filo fino al gomitolo! Questo ci restituirà consapevolezza sul calore di quella coperta che ci salva dal freddo e forse potrebbe aiutarci ad avere maggiormente cura dei nostri sentimenti.
- La nostra cultura e l’educazione affettiva e familiare che riceviamo ci culla dentro un inganno: ci insegnano che l’amore ha sempre bisogno di andare in due direzioni, di essere scambiato e ricambiato. Questo libro svela qualcosa di più profondo sui sentimenti di “coppia”: quando l’amore è bidirezionale vuol dire che lo state mangiando insieme, digerendo, consumando, ma la bidirezionalità non è necessaria per vivere e nutrire un amore. Per vivere un sentimento puoi anche essere il solo a nutrirlo. Così, se nel primo caso l’amore è il cibo della coppia nel secondo esso è il battito di un cuore, in entrambi i casi ha una funzione vitale.
- Dentro questo libro è custodita una visione della vita particolarmente elevata: l’Autore guarda le cose come da una prospettiva assoluta ma senza smarrire il coinvolgimento e i sentimenti che le animano da dentro. Questa prospettiva fa sì che ogni immagine sia restituita al lettore nitida, non corrotta ma nemmeno cristallizzata. In tal modo, “La vita fino a te” si impone come una narrazione che permette al lettore di camminare nel mondo, proprio in mezzo alle vite degli altri, libero dal pericolo di sporcarsi di pregiudizi, giudizi e banalità. Questo è un libro che educa alla libertà, non solo alla libertà di amare.