Ogni cultura ha un suo senso del buon gusto, segna un proprio limite tra cortesia e scortesia e, in linea più generale, determina un confine tra ciò che è socialmente tollerabile e ciò che non lo è o che sta ai “margini” dell’appropriato. Invitare tutta la classe alle feste di compleanno è un “problema tutto italiano” perché nella nostra cultura il senso dell’ospitalità è molto sentito e forte come lo è il concetto gruppale di classe. Senza considerare che sempre più frequentemente le feste di compleanno dei bambini sono quasi “faraoniche”, la vecchia festa in casa è “in via di estinzione”.
“È scortese non invitare tutti i compagni di classe alla festa?” oppure “Ma qualcuno si offenderà se faccio una festa con pochi bambini?”, a domande come queste non è possibile dare risposte oggettivamente e assolutamente vere o false.
Invitare tutta la classe o solo qualcuno, cosa considerare in età prescolare
Tenete presente che fino ai 6-8 anni i bambini non hanno un migliore amico scelto (o meglio identificato) sulla base di quelli che possono essere i criteri di noi adulti (la cosiddetta affinità elettiva non è ancora concepibile per il bambino); in età prescolare i bambini giocano con tutti e sono tutti amici.
Questo primo dato ci restituisce una conclusione che di per sé è oggettiva: nelle classi prescolari i bambini non possono esprimere una preferenza “motivata e razionalizzata” per questo o quel compagnetto. Probabilmente se vedono più spesso un bimbo e non un altro è in ragione di un legame tra le famiglie, di una rete di supporto tra mamme. E certamente se la mamma o il papà gli chiedono: “Chi vuoi alla tua festa? Abbiamo solo 10 posti!” i nomi emergeranno un po’ come conigli dal cilindro. Volendo fare una prova del nove, non è escluso che ripetendo la richiesta più volte in momenti diversi, alla stessa domanda: “Chi invitiamo alla tua festa di compleanno?”, il bimbo darà risposte (cioè elenchi di bambini) differenti.
Come si sente il bimbo non invitato, ovvero “l’escluso dalla festa”
Fino ai 6-8 anni, inoltre, il gruppo classe, inteso come microcosmo sociale e palestra relazionale, merita una speciale tutela perché i bambini non sono corazzati rispetto agli urti della società. L’esclusione da una festa perchè la casa dell’amichetto è troppo piccola e S. Ha scelto solo 10 amici, per esempio, è incomprensibile per un bimbo di 3 o 4 anni che dell’accaduto vede solo il dato del non essere stato scelto, ovvero invitato, e percepisce solo l’emarginazione.
In questo senso, se chiediamo alle maestre di fare della classe un gruppo cooperante, unito e non competitivo, dobbiamo concorrere a nostra volta a sostenere la coesione e l’amalgama tra i bambini.
Considerate sempre che le feste di compleanno dei bambini sono un’enorme occasione per relazionarsi tra compagni in un ambiente neutro e libero, un luogo nuovo in cui i bimbi arrivano positivi, senza la frustrazione della separazione dai genitori, senza ansie prestazionali, senza il peso di un dovere o il condizionamento del rapporto con la maestra (o l’insegnante). E questo vale a tutte le età.
Sulla scorta di quanto detto sin ora, in età prescolare, fuori da esigenze economiche e di spazio, l’inclusione di tutta la classe può essere il comportamento più vicino ai bisogni dei bambini. Il messaggio è: siete tutti amici!
Invitare tutta la classe o solo qualcuno, cosa considerare in età scolare
Tra i 6 e gli 8 anni il migliore amico o i migliori amici, la migliore amica o le migliori amiche, si delineano con più matura chiarezza: sono quelle persone in cui i nostri figli riconoscono il bene corrisposto, con le quali condividono interessi e ridono per le stesse cose, accanto alle quali si sentono al sicuro.
Senza considerare che a questa età comincia a delinearsi una partizione per interessi in ragione della quale tuo figlio potrebbe volere una festa a tema calcetto e senza le femmine oppure tua figlia potrebbe desiderarne una a tema fatine o principesse o a tema Make Up e senza componente maschile.
Queste preferenze si incardinano nello sviluppo psico-sociale del bambino e, in quanto parte del suo percorso evolutivo, vanno rispettate.
Pensate a una festa a tema calcetto che chieda agli animatori di intrattenere le bambine nell’altra parte del campetto solo perché qualcuno potrebbe offendersi per un mancato invito. Questo scenario non trasmette ai bambini nessun insegnamento positivo: è un compromesso sociale che a loro non serve a nulla, anzi amplifica e sottolinea delle differenze di interessi che pure sono fisiologiche, banali e non omogeneizzabili.
Pertanto, il migliore suggerimento è quello di lasciare liberi i bimbi più grandi e i ragazzi di festeggiare con chi e come preferiscono. Un bambino supportato nell’esprimere le proprie preferenze sarà anche più sicuro di esporre le sue posizioni in altre circostanze della vita, ciò non è trascurabile quando si parla di sviluppo emotivo e relazionale.
Soluzioni di compromesso quando l’invito alla festa di compleanno non è esteso a tutta la classe
Un’alternativa alla festa aperta a tutti è il festeggiamento in classe con torta, candeline e magari un piccolo gadget, preferendo un regalino utile (matite, gomme, quaderni, eccetera). In questo modo la festa a scuola può essere inclusiva e partecipata da tutti, mentre privatamente il bambino o ragazzino può scegliere pochi compagni con cui condividere un’esperienza ulteriore.
Se decidete di non invitare tutti i compagni di classe, abbiate riguardo per il modo in cui distribuite gli inviti: piuttosto che scegliere l’invito cartaceo da distribuire in classe, sceglietene uno digitale e più discreto. Mantenete anche la riservatezza e esortate i bimbi e i ragazzi a fare altrettanto. I bambini tra i 6 e gli 8 anni possono già cogliere il senso di un mancato invito e comprendere che qualche compagno potrebbe restarci male.
Attenzione al solito escluso
È verissimo che come adulti abbiamo il compito di accogliere, rafforzare e affermare le spinte autonomiste dei nostri figli, ma è giusto osservare con attenzione anche al complesso classe: ciò che accade in quel contesto umano e il modo in cui nostro figlio si rapporta ai compagni non è avulso dalla sua crescita ed educazione.
Badate bene che non ci sia sempre un solito escluso o due o tre soliti emarginate dalle feste e dalle uscite. Se così fosse, sarebbe necessario un confronto con i ragazzi, con le insegnanti e con i genitori di questi ragazzi. L’inclusione è parte del processo di crescita.
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