Avete visto la pubblicità del supermercato finita sulla bocca di tutti per la pesca che la figlia regala al papà separato? Il Dottor. Giuliano Gaglione ce la racconta dal suo punto di vista:
Questa pubblicità del supermercato in cui la figlia prova a far riconciliare i genitori con una pesca si snocciola mediante un fraseggio intriso di sentimenti avvolti da un tiepido tepore. Paradossalmente ha scagliato un dardo che ha fatto pieno centro, in maniera incisiva, talmente vigorosa da far muovere l’intero bersaglio: il popolo. Infatti, si sta parlando tantissimo di questa pubblicità.
A chi l’ha ideata: bravi, lo schermo è stato traforato!
Adesso, analizziamo insieme i contenuti della pubblicità del supermercato che sta facendo tanto discutere
Atmosfera apparentemente serena quella del supermercato, eccetto il momento in cui la madre di Emma si spaventa per aver perso di vista la sua “piccola bimba”. Si scorge un angolo del locale, costituito da luci, prodotti e quotidianità, una quotidianità che per Emma ha il sapore della diversità dagli altri bimbi, sapore differente dal frutto che la stessa, allontanandosi dalla madre, sceglie in maniera garbata, docile, tenera e soprattutto speranzosa.
Il frutto che nei suoi pensieri la bimba già destina al papà è una pesca dal manto vellutato e dai colori tenui ma solido come un amore che unisce; la manina di Emma e la pesca divengono un tutt’uno nel quale il contatto è il segreto della fusione.
Medesima atmosfera aleggia anche in auto in cui la mamma discorre sui successi della bimba, ahimè troppo concentrata e triste nel guardare una sua coetanea divertirsi con entrambi i genitori.
Che senso ha la pesca e lo storytelling dell’intera pubblicità?
Da una madre serena, dopo aver dato una specifica direzione al suo destino, e una figlia triste, in quanto la scelta materna le procura malinconia, è possibile scorgere momenti felici, intelligentemente continuati dall’arrivo del padre della piccola Emma al quale viene regalata la pesca desiderata dalla figlia proprio nel supermercato.
Tale frutto rappresenta un velato messaggio di chi da “piccola bimba” si tramuta in un piccolo grande piccione viaggiatore, il quale, senza dispiegare ampiamente le sue ali ma solo attraverso un’autentica e genuina spontaneità, spera almeno di ripristinare una relazione di continuità tra mamma e papà. davvero molto commuovente!
La pesca intesa come “pomo della concordia”
Questa pubblicità del supermercato si impone come uno spaccato, una finestra mediatica su una realtà attuale, si intinge dunque di colori leggeri, di tinte pastello; è un balsamo profumato che dolcemente cosparge l’animo degli spettatori, tuttavia è sensibile parlare di temi familiari e sociali in questo modo?
Ritengo sia estremamente utile discutere, condividere e affrontare stati d’animo e dinamiche familiari, ripeto, il messaggio a sé stante è dotato di una cornice di senso descritto e interpretato magistralmente, tuttavia i sentimenti, le emozioni e, perché no, anche il linguaggio non verbale davvero pregnante nello spot, non possono essere espressione di un marchio che li confezioni e li inserisca su uno scaffale.
La mia esperienza mi ha insegnato che qualunque informazione si trasmetta, bisogna in primis “stare sul pezzo” e, se c’è possibilità, inserire altre matrici di contorno.
Quindi, sebbene la sensibilità, anzi, il senso di umanità che ci porta ad “empatizzare” con i protagonisti di questo spot rappresentino un tratto di assoluta significatività e importanza da un punto di societario, temo che questa tematizzazione della separazione come realtà sociale corra il rischio di essere “strumentale”.
La domanda a cui rispondere (con l’invito di partecipare a questa discussione) è la seguente: l’associazione tra risorse materiali che si consumano in casa e dinamiche relazionali che si consumano altrettanto nelle mura domestiche è abbastanza per una divulgazione valida o di più per una sensibilizzazione valida?