Nella vita i nostri figli possono incontrare una figura educatrice particolare: la catechista. Costei svolge un ruolo importante e spesso sottovalutato o poco compreso. Scopriamo insieme chi è, cosa fa e come diventare catechista.
Chi può diventare catechista
Prima di capire come diventare catechista è bene capire cosa è un/a catechista: si tratta di un adulto che svolge un ruolo di maestro, di educatore e di testimone.
Per essere maestro deve conoscere e insegnare il messaggio di Gesù, del Vangelo e della Chiesa. Invece per essere educatore deve saper comunicare con i bambini e i ragazzi in maniera costruttiva, proponendo (e non imponendo) i valori cristiani e i sacramenti.
E per essere testimonianza è necessario essere un bravo cristiano: indipendentemente dal proprio percorso personale antecedente all’assunzione ruolo nella catechesi, l’aspirante catechista deve vivere con le proprie azioni i valori che vuole trasmettere ai bambini nella sua quotidianità anche fuori dall’incontro di catechismo.
Umiltà, disponibilità, ascolto, sorrisi e accoglienza sono elementi essenziali per la brava catechista, uniti a serietà, costanza e puntualità.
La collaborazione con altri catechisti è un aspetto irrinunciabile: insieme nelle diversità per accompagnare i ragazzi alla scoperta di Dio, di Gesù e del Loro Amore.
Cosa fa una catechista
Si potrebbe pensare che per diventare catechista basti saper organizzare una lezione frontale su questo o quell’altro argomento, lezioni che poi vengono ripetute negli anni fino a quando la catechista non si ritira. Purtroppo non è così: essere catechista è seguire, ascoltare, accompagnare, guidare e sostenere i propri bambini lungo un percorso di scoperta proprio come una guida accompagna giovani ed inesperti esploratori sui sentieri di montagna.
Ma camminare con e come loro non è semplice, è necessario mettersi in discussione, osservare e comprendere di cosa questi bambini hanno bisogno.
Essere catechista non è avere un quaderno pieno di lezioni preconfezionate da seguire: è attingere a un diario pieno di esperienze, lavori e competenze (propri e anche di altri). Si tratta di costruire ogni incontro in modo che sia unico e su misura per i bambini che in quel momento sono i destinatari.
Diventa evidente che questo approccio richiede un impegno in tempo, energia e crescita personale, quindi prima di scegliere di diventare catechista bisogna valutare anche questi aspetti.
I bambini con le loro richieste, le loro esperienze e i loro dubbi sono i migliori maestri nel mettere le basi per un confronto serio e costruttivo. È necessario essere disponibili ad ascoltarli e avere la pazienza di argomentare con loro i diversi punti di vista.
Come diventare catechista: il percorso
Una volta presa la decisione personale, per capire come diventare catechista è necessario andare a parlare con i sacerdoti della propria parrocchia e manifestare la volontà di prestare servizio alla comunità. Il parroco e il neo-assunto catechista si confronteranno per scegliere insieme il percorso personale da intraprendere. Potranno affrontare insieme quali sono i dubbi e le incertezze personali e valutare quale sia la modalità più idonea per iniziare quest’avventura.
Infatti ci sono diverse possibilità per iniziare gradualmente e coscientemente che dipendono tanto anche dal contesto socio-ambientale e personale. Ad esempio una grande città come Roma ha un carnet di proposte diverse da quelle che può offrire un paese più isolato, oppure una giovane mamma lavoratrice ha una disponibilità di tempo e di energie molto diversa rispetto a una giovane nonna in pensione.
Tenendo conto di ciò, si può decidere se:
- essere affiancati da una catechista più esperta,
- approfondire alcuni temi in incontri organizzati dal parroco, personali e non,
- seguire corsi e incontri organizzati dalla diocesi;
- partecipare a ritiri e pellegrinaggi dedicati proprio ai catechisti.
Non c’è un’unica strada per come diventare catechista: sarà il parroco a consigliare, in base al percorso personale di ognuno di noi, la modalità e i tempi più appropriati per diventare questa importante figura di riferimento.
Quanto guadagna il catechista
Il catechista non svolge un lavoro, la sua è una missione, una vocazione. Non è previsto quindi alcun salario. Egli si mette a disposizione della comunità parrocchiale in primis e si impegna nella formazione dei bambini per il loro bene.
La buona catechista sa che i veri protagonisti degli incontri sono i bambini e i ragazzi. Non sta dimostrando la sua bravura o il suo sapere, ma sta trasmettendo un dono. Un requisito essenziale e irremovibile è la gratuità del servizio: non sono ammessi secondi fini né di tipo materiale, quindi il catechista non guadagna nulla, né di altro tipo (popolarità, appagamento personale, vanità).
Come diventare catechista e il rapporto con le famiglie
La catechista ha un rapporto fondamentale con la famiglia. Tra il catechista e il bambino si deve costruire un clima di fiducia necessario anche tra le famiglie e l’educatrice.
La catechista deve essere pronta all’ascolto delle necessità del bambino e al confronto con i genitori per la crescita integrale del bambino.
Famiglia e catechista devono potersi rapportare e confrontarsi reciprocamente con accoglienza e comprensione. Può capitare infatti che se il bambino si trova a suo agio nell’ambiente di catechismo possa riportare alla catechista episodi o malesseri avvenuti in altri contesti. In un clima di collaborazione è importante mettere a conoscenza i genitori di queste informazioni, così come è anche vero il contrario. Nel caso il bambino stia passando un momento di difficoltà, la brava catechista può intervenire fornendo un sostegno delicato e non invasivo per la serenità del bambino, accogliendolo e non giudicandolo.
Per riassumere come diventare catechista possiamo usare alcuni bellissimi verbi:
- testimoniare,
- accogliere,
- guidare,
- sostenere,
- dare fiducia,
- illustrare il messaggio di Gesù con amore e ascolto.
La brava catechista è un punto di riferimento per il bambino anche al di fuori degli incontri di catechismo, disponibile a una chiacchiera per strada o a un confronto con i genitori per sostenere anche la famiglia.