Mi sembra di percepirlo l’eco del dolore muto e strisciate della mamma, una donna che certamente non merita altro che conforto e sostegno: alle 14:00 di sabato 11 giugno una bambina di 5 anni è scomparsa sul litorale della provincia di Napoli, in quelle acque che affacciano su Capri e Ischia, si è consumata una tragedia in mare. La mamma aveva condotto in spiaggia la bimba e la sorellina più piccola, doveva essere una giornata d’estate come tante, ma il destino è stato crudele.
Dall’appello della mamma al ritrovamento della bimba, viva ma in condizioni critiche, sono trascorse due ore
Non appena la mamma si è accorta che la figlia maggiore non era più accanto a lei ha dato l’allarme, le prime ricerche, però, si sono mosse via terra e hanno coinvolto gestori e bagnanti dei vari lidi. Le autorità sono state avvisate dopo circa 60 minuti, da quel momento la ricerca si è estesa alle acque di Torre Annunziata, i fatti si sono svolti nell’area di uno stabilimento balneare della cittadina vesuviana.
Tragedia in mare: proprio in acqua, aggrappata esanime ad una boa, è stata ritrovata la piccola
V. è stata ritrovata in mare, avvinghiata ad una boa, come nell’ultimo ed estremo tentativo di salvarsi, ma erano trascorse già due ore dal primo allarme della mamma. La bambina era viva, tuttavia la lunga permanenza in acqua è andata ben oltre le sue possibilità fisiche.
Trasportata in ospedale a Castellammare di Stabia, non ce l’ha fatta, a nulla sono valsi i tentativi di rianimazione; hanno provato a strapparla alla morte prima il personale del 118 e poi dei medici dell’ospedale San Leonardo.
Un’altra tragedia in mare sottolineata dalla disperazione dei familiari all’esterno del pronto soccorso
Ovviamente la Procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta atta a stabilire le dinamiche dei fatti e il corpo della piccola è rimasto a disposizione degli inquirenti.
Tragedie come questa devono diventare un monito: i bambini sono imprevedibili, ma la responsabilità all’attenzione sui bambini dovrebbe appartenere a tutta la comunità civile, non solo ai genitori.
Soprattutto quando una mamma gestisce più bambini piccoli, una distrazione può accadere e non è una colpa, è un umano accadimento.
Un tempo i bambini vivevano in seno a comunità sociali estremamente attente all’infanzia e l’estraneo che interveniva per ammonire un bambino era considerato come “membro di quel villaggio che collettivamente educa gli infanti”. Oggi ciascuno tende a guardare a se stesso, i bambini piccoli sono considerati una responsabilità esclusiva dei genitori.
È in questa “chiusura”, figlia spesso di paura ed egoismo e che isola i singoli dalla collettività, che V. si è probabilmente spinta in mare dove non ha saputo gestire il suo corpo, tutti noi paghiamo l’alto prezzo della perdita di un anima giovane e pura.
L’immagine di copertina è una foto di repertorio, Diritto d’autore: spivak222 ©123RF.com con licenza d’uso.