Sono trascorsi undici anni da quando Daria Bignardi condusse la prima puntata di quello che sarebbe diventato il padre di tutti i reality Show, il Grande Fratello, basato sul format olandese Big Brother in cui TV e realtà si fondono in modo tale da creare un fenomeno mediatico che attualmente regna ancora in TV.
Venti e più concorrenti, un appartamento enorme, telecamere a non finire: ecco quali sono gli ingredienti basilari di uno spettacolo in cui viene messa in scena nient’altro che la quotidianità; dunque nella casa più spiata d’Italia i concorrenti diventano protagonisti di uno show il cui oggetto è la propria vita reale, costituita da conoscenze, relazioni, gesti abituali, litigi, organizzazioni e quant’altro, creando un fenomeno in cui “persona” e “personaggio” rappresentano due facce della stessa medaglia.
Dunque tra flirt, confidenze, alterchi e pettegolezzi scorrono inesorabili le lancette di un orologio immaginario, visto che nella casa ne è vietata la presenza, e, quando le interazioni nella stessa si colorano di toni più accesi, compare inesorabilmente lo scoop, evento dalla tessitura inaspettata che desta curiosità ed interesse e diviene motivo di discussione non solo tra i partecipanti ma anche nel pubblico, che costantemente segue la vita domestica di queste persone.
Se poi aggiungiamo la presenza di eventi “peculiari” concernenti la vita extra-domestica dei partecipanti, allora attorno al fenomeno “Grande Fratello” ruota un vorticoso polverone di gossip che diventano delizia prelibata per i media.
Dunque i mezzi di comunicazione di massa enfatizzano l’interesse di ogni particolare che possa riguardare questo format e se a volte si sottolineano eventi non tanto considerevoli, essi diventano un “fatto sociale” perché il protagonista è un neo- VIP.
Quindi notorietà e gossip rappresentano nient’altro che un binomio perfetto per chiunque desideri sollevare polveroni e dunque, se la corsa allo scoop diventa motivo in primis di interesse, curiosità e poi di pettegolezzi e discussioni a volte accese, ecco perché i provini di questo reality sono sempre colmi di concorrenti, i quali desiderano incessantemente entrare a far parte del cast, anche perché, come detto precedentemente, ciò che viene inscenato è nient’altro che la vita domestica.
Certo, rimanere in un appartamento per un numero non esiguo di mesi non è una passeggiata, tuttavia, se questo periodo di alta visibilità rappresenta per il protagonista del format un momento di gloria che funge da base sia per innalzare il proprio conto bancario che per avere successo e riconoscimento, tale fenomeno diventa chiave di ispirazione per tutti coloro che osservano con occhio invidioso e un po’ malizioso questi new-VIP e, per trasformare questi sentimenti in realtà, l’anno venturo si fiondano ai casting cercando di enfatizzare quanti più tratti originali sia possibile in modo da essere selezionati.
Io credo che la creazione di questo format sia stata la reazione ad un andamento particolare della società, ovvero si è cercato di risolvere le necessità a volte latenti di alcuni individui di “farsi vedere” all’interno del contesto in cui vivono, evitando di essere considerati come aghi nei pagliai.
Dunque, personalmente reputo che adempiere a queste necessità sia stata una scelta assolutamente arguta, tuttavia nutro in me la speranza che tale reality, oltre a fornire spaccati di vita quotidiana, possa anche essere strumento di educazione e di riflessione propedeutico al benessere culturale e sociale.