Un bambino deve esser lasciato libero di giocare nel modo in cui preferisce e con i giochi che più gradisce, senza subire influenze esterne, in particolar modo quelle degli adulti che, ancora fortemente legati ad antiquate convinzioni, classificano i giocattoli in “giochi da maschi” e “giochi da femmine”.
Lo sa bene la mamma furiosa con il proprio marito che si è sfogata sul web, lei, ma soprattutto il suo bambino, sono state vittime di quel pensiero retrogrado di cui si è fatto portavoce l’uomo.
Mamma furiosa litiga con il marito per i regali del figlio.
Quella che stiamo per raccontarvi è una storia che vediamo ripetersi spesso in quelle famiglie figlie di un “pensiero tradizionalista” che rimarca una ben netta distinzione tra bambini e bambine.
I maschietti vengono chiamati principi, di quelli che salvano le donzelle in difficoltà, vestono di blu, giocano con le automobiline e adorano il calcio.
Le femminuccie sono le principesse di casa, vestono di rosa, giocano con le bambole e sognano di diventare delle ballerine.
Signori e signore benvenuti nel Medioevo! O quanto meno non definite “società moderna” quella che, ancora oggi, si ostina ad aggrapparsi a convinzioni arcaiche, maschiliste e patriarcali, pensieri che più e più volte si sono rivelati errati.
Ma veniamo alla nostra mamma furiosa. La donna, iscritta ad un forum inglese di maternità, scrive:
“Tra poco è il compleanno del nostro bambino e sto ordinando dei regali. Ha ricevuto una cucina giocattolo per Natale (e già c’era stata una discussione), e ora gli ho ordinato un mini market giocattolo ed un carrello per il suo compleanno”.
Il problema nasce nel momento in cui il marito, appreso l’acquisto, ha dato il via ad un’accesa discussione su quelli che sarebbero, a suo dire, giochi femminili e giochi maschili. L’uomo avrebbe desiderato acquistare per il suo bambino delle macchinine o un pallone da calcio, ritenuti da lui più “adatti” al genere del piccolo.
“È vero che va pazzo per le macchinine – scrive la mamma furiosa – ma ne ha centinaia. Non ha bisogno di più auto, treni, ecc… Cosa c’è di femminile in un negozio? Cosa importa?!”.
Ad irritare ancor più il marito è stata la rivelazione della mamma: le maestre dell’asilo hanno infatti raccontato alla donna che il figlio a scuola adora giocare con una casa delle bambole. Per l’uomo è stato un vero affronto.
“Lascia che quel dannato bambino sia felice! – ha scritto la mamma furiosa – Che cos’ha che non va?! L’ego degli uomini è davvero così fragile? Gli ho urlato che è un uomo adulto di 40 anni e ha bisogno di crescere”.
In seguito ad alcuni commenti ricevuti, la donna ha precisato che il marito collabora in tutte le faccende domestiche: lava, cucina, pulisce, fa la spesa, tutto è equamente diviso al 50%. Tuttavia, quando si parla di giocattoli da acquistare per il suo bambino, l’uomo sembra non poter fare a meno di pensare che la virilità (o forse l’orientamento sessuale) di suo figlio dipenda dai giocattoli che usa.
Ora mi rivolgo agli uomini, ma anche alle donne – si, perché ci sono anche tante mamme fortemente legate a queste erronee e superate convinzioni – e vi chiedo:
Avete mai visto un uomo spingere un carrello della spesa o il passeggino con dentro il figlio?
Avete mai visto un uomo cullare o dare il biberon al suo bambino?
Quell’uomo vi è parso forse meno “virile” o meno “maschio”?
La mamma furiosa, e tutti gli altri genitori che per fortuna si discostano da quel pensiero antiquato, hanno tutto il diritto di poter regalare qualunque tipo di giocattolo ai propri figli, lasciandoli liberi di giocare con ciò che vogliono.
Non sarà di certo un gioco a determinare ciò che il bambino o la bambina diventeranno in futuro, piuttosto saranno gli adulti ad avere un ruolo fondamentale nella loro crescita e nella loro formazione, come uomo, come donna ma soprattutto come persona.