Che tipo di memoria ha tuo figlio?
Non tutti usiamo lo stesso metodo di apprendimento, ognuno ha il suo a seconda della propria inclinazione e del tipo di memoria che meglio utilizzia: memoria visiva, uditiva o gestuale.
Per aiutare nostro figlio a scoprire il suo metodo di studio, possiamo fare un gioco: dopo aver studiato una lezione, chiedetegli di ripeterla ad occhi chiusi. Rivede il libro o il quaderno, il paragrafo, le immagini, le parole, i colori? Il bambino ha un tipo di memoria visiva.
Riesce ad imparare meglio leggendo ad alta o bassa voce? Ha una memoria uditiva.
Si trova meglio scrivendo riassunti di ciò che studia? Ha una memoria gestuale.
Memoria visiva: il suggerimento da dare al figlio è quello di leggere più volte il testo da studiare in silenzio, fissando i riquadri, i paragrafi, le immagini, i colori, i caratteri della scrittura. La ripetizione può essere fatta a mente figurandosi tutto ciò su cui si è concentrata l’attenzione (parole, colori ecc…)
Memoria uditiva: il figlio dovrebbe leggere e rileggere ad alta voce, a se stesso o rivolto a qualcun altro, anche a una persona “immaginaria”, per avere la possibilità di ascoltarsi. Dovrebbe poi ripetere la lezione ad alta voce e farsi anche domande e darsi risposte. A volte serve a favorire la memorizzazione anche ricordarsi l’intonazione e le parole usate dall’insegnante durante la spiegazione.
Memoria gestuale: si può suggerire mentre studia di camminare, muoversi, parlando a bassa o alta voce, trovando un vero e proprio ritmo che lo aiuti. Può essere utile anche la scrittura di brevi e stringati riassunti o “punti importanti”, parole chiavi magari. Il rischio di scrivere riassunti è però quello di perdere troppo tempo e addirittura dilungarsi troppo. Per cui và bene sottolineare i concetti più importanti, ma passare a colorare intere frasi, cerchiare ecc…è un lavoro troppo dispersivo. La memoria gestuale è un pò una lama a doppio taglio, se da una parte è utile per coloro che amano ricordare anche i particolari appuntandosi tutto su foglietti, dall’altra rischia di oberare il figlio di lavoro, inevitabilmente nel tempo la stanchezza si fà sentire. Non sono rari i casi di ragazzine studiose “superate” in votazione da ragazzi più superficiali che studiavano direttamente dal libro e dunque rimanevano a mente più “fresca” nel tempo.
Il bambino è preparato alla sua lezione quando è capace di spiegare con parole sue ciò che ha capito, esponendo a qualcun altro la lezione o tramite prova scritta (meglio la prima!), quando conosce a memoria le parole e i concetti nuovi, quando riporta esempi citati nel testo, o quando riesce a recitare testi o poesie con ritmo e intonazione.