Cosa ricorda Olesya Rostova della sua prima infanzia? E’ questo l’interrogativo che si pongono in molti, per prima la famiglia e l’avvocato Giacomo Frazzitta. Quel che è certo è che quando Olesya si è esposta all’attenzione mediatica nessuno poteva immaginare che si aprisse una pista internazionale.
Denise era stata rapita a chilometri e chilometri di distanza, ma molte sono le coincidenze:
- quelle temporali, Denise manca dall’affetto della sua casa dal 1° settembre 2004 quando alle ore 11:00 del mattino se ne persero le tracce in una strada familiare e nota alla piccola, ovvero proprio davanti al garage della abitazione della nonna, là dove la bambina giocava abitualmente. Olesya, per parte sua, è stata portata in orfanotrofio dopo aver vissuto in una comunità Rom con la convinzione di essere figlia di una donna rumena. L’indagine sulle ossa delle sue mani le attribuisce un’età corrispondente a quella di Denise.
- la somiglianza con mamma Piera Maggio e papà Piero Pulizi. Manca un dettaglio del padiglione auricolare esterno di Olesya, dettaglio che renderebbe il confronto somatico meglio orientato scientificamente, ma il taglio dell’occhi, l’ovale del viso, le labbra, il profilo del naso e il modo di serrare le labbra e corrucciare la fronte sono estremamente vicini a quelli di mamma Piera Maggio. Inoltre il confronto tra le foto di Olesya e l’age progression di Denise rivela una certa corrispondenza.
“Finché non c’è una prova contraria Denise va cercata viva”, lo ricorda sempre Piera Maggio e lo ricorda il suo legale, vogliamo ricordarlo anche noi mentre cautamente tutti speriamo di essere inciampati in una svolta decisiva.
Le memorie della ragazza russa possono essere cruciali, almeno nelle more dei test scientifici e dei riscontri sul sangue. Ma procediamo con ordine partendo da cosa ricorda Olesya.
“Capivo già, all’età di 5 anni, che ero in un orfanotrofio e aspettavo sempre i miei genitori”, ha dichiarato la ragazza alla Tv russa. Olesya, però, è rimasta lungamente convinta di essere figlia di quella zingara che la conduceva all’esterno di una chiesa a chiedere l’elemosina.
Olesya ricorda il freddo che accusava mentra era costretta a elemosinare danaro dinanzi alla chiesa russa, ricorda che entrava dentro quando aveva troppo bisogno di prendere calore. E, prima ancora, ha memoria di un lungo viaggio in treno.
“Mi ricordo che quando sono arrivata in istituto ero trasandata”, afferma rievocando il fatto che dovettero tagliarle i capelli tanto erano sporchi e sciupati.
Portava ancora i pannolini e sognava una donna. Dei sogni ricorrenti relativi a quella donna Olesya non ne ha mai fatto mistero, ne ha parlato con la mamma affidataria. E’ stato subito chiaro a tutti che quella donna sognata dalla bimba era una memoria antica, forse il ricordo di un trauma subito. Ed è inutile dire che il distacco, il rapimento, l’omicidio di identità sono traumi gravissimi e indelebili, che sia o meno Denise Pipitone, Olesya questi traumi li ha subiti tutti.
Tra i ricordi di Olesya vi è un lungo viaggio in treno, ma è possibile che Denise abbia penetrato la frontiera Russa sfuggendo ad ogni controllo?
L’avvocato di Pieara Maggio definisce il 2004 un’altra epoca in fatto di spostamenti tra stati e valichi di frontiere, è possibile pensare che allora avvenissero trasferimenti senza controlli.
Piera Maggio aspetta i fatti, continua a precisare di essere cautamente speranzosa ma solo il gruppo sanguigno prima e il DNA poi segneranno il confine della verità.
Oggi si otterrà una prima risposta sul gruppo sanguigno potendo determinare, quindi, una compatibilità scientifica tara Olesya e Denise. Il gruppo sanguigno sarà rivelato in diretta Tv sul canale 1 dell’emittente russa. E’ questa una modalità mediatica che la famiglia di Denise ha dovuto accettare suo malgrado, dalla emittente hanno fatto sapere che spettava ad Olesya rivelare il gruppo sanguigno. Ma in realtà la storia sta avendo luogo laddove è nata, ovvero davanti alle telecamere. Inutile sottolineare che a chiunque di noi questa modalità può sembrare plateale, parrebbe più giusto veicolare simili dati con riserbo e celerità, come pure la famiglia e il legale hanno chiesto, nel migliore rispetto di lunghe e profonde sofferenze .