Forse a causa dello stereotipo della mamma ansia o della mamma chioccia, molto spesso si sente parlare solo di mamme elicottero, il fenomeno, però, riguarda anche i papà: chi sono i genitori elicottero e perché il loro modo di seguire e proteggere si può tradurre in comportamenti dannosi per i figli?
Il termine genitori elicottero è stato coniato in lingua inglese, in gergo colloquiale “Helicopter parents” indica quelle mamme e quei papà che volando a bassa quota seguono le tracce di ogni passo dei figli con atteggiamento di monitoraggio e funzione di pronto intervento, senza mancare di indicare strada, percorso e ritmo di ogni progresso sul cammino della vita.
Questi genitori si comportano come un elicottero guida, per intenderci. Ma appare subito ovvio che il ruolo di genitori guida è qui travisato e inficiato da un ipercoinvolgimento.
Quali sono i sintomi dei genitori elicottero.
Le mamme che, nascondendosi oltre l’inquadratura della telecamera del PC, suggeriscono la risposta giusta al figlio interrogato in DaD sono un esempio contemporaneo di mamme elicottero.
Quelli elicottero sono:
- genitori ipercoinvolti;
- genitori iperprottetivi;
- si sentono genitori perfetti e inseguono l’ambizione di crescere figli perfetti nel convincimento che il loro sorvolare, fare da apripista, intervenire al minimo inciampo e risolvere ogni problema sia dovuto e quindi normale;
- sono soliti impartire indicazioni rigide: dicono sempre ai figli come e cosa fare;
- sono genitori intromissivi che pretendono di schedulare la vita dei figli, dal cassetto dei calzini, alla password per accedere alla DaD, fino all’organizzazione delle attività quotidiane, come l’ora giusta per fare il bagno o il libro da leggere prima di andare a letto, e ciò senza tenere conto dell’età del figlio e del suo crescente bisogno di autonomia;
- sono genitori sostitutivi, il che vuol dire che si sostituiscono al figlio (e non solo quando il gioco si fa duro), per esempio fanno i compiti in sua vece perché hanno convinto il ragazzino stesso di non potercela fare da solo, oppure scelgono i vestiti in vece dei figli perché hanno convinto il figlio stesso di non esserne capace in autonomia (o per mancanza di stile o per mancanza di ordine, o per qualsiasi altra “scusa”);
- tengono il guinzaglio corto.
Quelli elencati sono tutti comportamenti disfunzionali, cioè non giusti rispetto alla funzione positiva e propositiva di genitore.
Se portati avanti con sistematicità e fin dalla prima infanzia, questi atteggiamenti genitoriali tolgono al figlio la possibilità di imparare a gestire i propri sentimenti e il proprio essere in rapporto col mondo.
Più studi recenti (tra essi quelli condotti dall’ Università di Washington e quelli portati a termine dall’ Università del Minesota) hanno dimostrato le gravi conseguenze sui figli della psicologia dei genitori elicottero.
Genitori-elicottero: quali rischi per il benessere psicologico dei figli?
Quando il bambino è molto piccolo, i genitori elicottero tendono a segnare intorno a lui uno stretto raggio di azione anche nella esplorazione del mondo:
- – durante le sessioni di gioco, come individuato nelle ricerche universitarie succitate, gli suggeriscono in modo stringente con cosa e come giocare. Per esempio, decidono arbitrariamente di togliere loro i pennarelli perché sporcano la casa o evitano la pittura a dito preferendo la pulizia del bimbo e dell’abitazione agli effetti benefici della creatività.
- Nella crescita allungano l’uso del ciuccio o del biberon preferendo l’effetto consolatorio del primo e la facilitazione del secondo alla conquista di autonomia emotiva e funzionale del bambino.
- Col passare del tempo impediscono al bambino\ragazzino di stare male, di sbagliare, di affrontare la frustrazione, di avere paura, eccetera.
Comunemente questi genitori elicottero sono insoddisfatti delle maestre, degli insegnanti della scuola, degli allenatori o anche dei catechisti e degli amici che mettono i bambini e\o i ragazzi davanti a prove di autonomia. Quasi sempre ricercano per i figli contesti pacifici, non compromissori, acritici e la “scusa” è quella di metterli al riparo, se non salvarli, da problemi e difficoltà.
I genitori elicottero sono inconsapevoli dei propri limiti.
Queste mamme e questi papà sembrano ignari del vero senso di genitore guida: se i genitori ruspanti (altra definizione esterofila di genitore, nata per indicare quella specie genitoriale molto, forse troppo, propensa a lasciare i figli liberi) pecca nella definizione di uno spazio di azione del figlio e di regole guida; il genitore elicottero, invece, non si accorge di essere un genitore invadente (e, pertanto, elemento limitativo dell’autonomia e dello sviluppo funzionale della psiche dei figli).
Sei un genitore troppo presente:
- se non lasci al tuo bimbo piccolo la possibilità di esplorare il mondo, diventi limitante se crei intorno a lui un recinto sicuro da cui non gli permetti di uscire;
- se hai un figlio di 12 – 14 anni e gli prepari i vestiti; stabilisci a che ora farà la doccia con un rigore inderogabile; scegli le sue letture; controlli il suo telefono nelle conversazioni private con gli amici; lo asciughi dopo il bagno, gli passi la crema e gli tagli le unghie per paura che si graffi; fai i suoi compiti; indirizzi le sue scelte scolastiche, extrascolastiche e relazionali.
Genitori elicottero: qualche suggerimento per fare un passo indietro.
Gli studi hanno dimostrato che i suddetti comportamenti genitoriali inibiscono la crescita autonoma dei bambini e dei ragazzi.
La psicologia dei genitori elicottero evidenzia in loro stessi frustrazioni e rimpianti: sono alla ricerca del figlio perfetto che non sbagli come loro, che non provi dolore come loro, che non resti deluso come loro e sono schiacciati dall’ansia di successo in ambito scolastico, sociale e lavorativo..
- Il primo passo da fare è riconoscere nel proprio comportamento una limitazione alla libertà del figlio;
- il secondo è allungare il guinzaglio. Volendo fare un esempio pratico: i compiti si fanno da soli, dalla seconda media in poi ogni figlio ha tutte le competenze valide per essere autonomo;
- il terzo step è dare il buon esempio rendendosi, a propria volta, autonomi dai figli. Anche qui vale la pena fare un esempio pratico: a 10-12 anni un bambino può gestire il suo armadio, lasciate che lo organizzi da solo, in questo modo troverà i suoi vestiti, saprà dove sono collocati e come orientarsi tra essi. Potete anche posizionare una cesta del bucato sporco nella sua stanza e chiedergli di informarvi quando c’è da fare una lavatrice di bianchi, scuri o colorati. Imparerà la gestione di sè attraverso quella delle sue cose;
- praticate da soli e con vostro figlio strategie di rilassamento (la respirazione pilates è utilissima);
- ultimo passo, ma non per importanza, imparate a verbalizzare i sentimenti e accettate che né voi siete i genitori perfetti né alcun bambino è il figlio perfetto.
L’eccesso di controllo dei genitori elicottero rischia di rendere i figli più fragili, ecco quali sono le conseguenze più sfavorevoli per bambini e ragazzi.
I figli dei genitori elicottero:
- si possono dimostrare incapaci di regolare gli impulsi emozionali;
- incapaci di controllare la rabbia e di gestire la frustrazione;
- vanno in ansia se sono da soli dinnanzi a una situazione nuove;
- manifestano scarse capacità adattative;
- nelle relazioni cadono spesso nell’invidia e interpretano negativamente ogni competizione;
- risultano, altresì, poco capaci di sopportare lo stress;
- spesso hanno scarsa autostima;
- spesso hanno bassi livelli di autonomia;
- spesso sono poco critici;
- talvolta sono oppositivi e qualcun altro è apatico dipendendo questo dalla reazione del figlio all’invadenza del genitore.
Per evitare di cadere in un comportamento disfunzionale e per scongiurare il pericolo che questo opprima la crescita del figlio, è sempre bene guardarsi allo specchio. In ambito educativo e nel contesto familiare, prendiamo l’abitudine di confrontare l’immagine di noi, per come l’abbiamo costruita nel nostro immaginario inconscio, con i risultati tangibili dei comportamenti che mettiamo in atto. In poche parole: tutti sbagliamo, la soluzione è nella capacità di fare autovalutazione e autocritica, nonché autocorrezione.