Tutte le donne vogliono diventare come Chiara Ferragni, anche le mamme.
Ma essere una mamma social modello Ferragni impone di avere un figlio bello e fotogenico essendo, altresì, disposti a postarne le foto in rete, sempre e comunque.
Senza contare che la bellezza, la cura peculiare di sé e la ricerca della perfezione conteranno in ogni condivisione, ma non più dei figli perchè, a quanto pare, la partita delle mamme influencer si gioca tutta lì!
Il dilemma sul pubblicare o non pubblicare le foto dei figli su Facebook e Instagram è vecchio quanto la rete.
Va chiarito, però, che la rete web è troppo giovane perché si possano individuare, sin d’ora, le ricadute reali che questa pratica determinerà sui ragazzi di domani.
Non possiamo sapere se l’uso e l’abuso, in alcuni casi, delle immagini dei figli in rete potrà, tra 10\15 anni, ingenerare traumi e conflitti nei giovani e nelle famiglie. Ce lo diranno il tempo e l’esperienza.
In alcune disamine legali e culturali si è andato oltre la pubblicazione della foto dei figli in sé considerata e si è ragionato sullo sfruttamento dell’immagine dei minori, che potrebbe sussistere quando a latere della condivisione c’è un interesse commerciale;
altre volte, argomentando l’aspetto pedagogico e sociale del fenomeno, si è più profondamente parlato del problema della costruzione dell’Io del bambino.
L’atteggiamento attivo del genitore incide sul bambino, questo vale anche rispetto al web:
ogni qualvolta un genitore, anche in buona fede, pubblica l’intera vita del figlio, raccontandola in rete secondo il suo personale angolo percettivo, dà a quel bimbo una identità social prematura.
Non è detto che il bambino da adulto accetti la caratterizzazione in cui il genitore lo ha “intrappolato”, da grande potrebbe, cioè, non riconoscersi nell’immagine descritta dalla mamma.
Il vero dilemma è dunque più ampio e profondo:
è giusto che l’immagine dei figli sia gestita dai genitori prima ancora che i bambini abbiano facoltà e coscienza per decidere da soli se un loro sorriso, un pianto, una smorfia o comunque un momento personale possano o meno divenire pubblici?
L’adulto che posta in rete la foto del figlio probabilmente vuole diventare come Chiara Ferragni perché, anche se in diversa misura e forma, cerca l’adrenalina della popolarità pur non conoscendo i limiti e i pericoli dell’esposizione di un minore.
E’ ovvio che il modello Ferragnez è qui assunto come una provocazione, ma poi chi non vorrebbe veramente diventare come Chiara Ferragni?
Lei è bella e magra anche incinta, capace di sfornare un meraviglioso principino dagli occhi azzurri, amata da un marito meraviglioso con cui forma la più moderna e esilarante versione di “Sandra e Raimondo”, persino vivendo in una regia dorata. La sua cabina armadio mi fa impazzire e temo che la casa della maggior parte di noi sia complessivamente grande quanto la loro sola zona living (roba da ricchi e famosi).
Ebbene, bisognerebbe cogliere il fatto che molto di ciò che può permettersi la signora Ferragnez non è altrettanto proficuo se posto in essere da aspiranti influencer dell’ultima ora.
Su Repubblica è stato recentemente pubblicato un articolo ironico e pungente che immagina Leone dei Ferragnez a 18 anni d’età mentre dice a Chiara e Fedez: “Cari mamma e papà vi presento il mio avvocato, vi faccio causa per un fantastiliardo di euro per aver pubblicato foto senza il mio consenso, adesso devo andare, vi telefono tra vent’anni, però vi amo” (Citazione da Repubblica).
Personalmente non credo che andrà mai così, propendo più per l’idea che le scelte pubbliche di questa coppia siano coscienziosamente misurate alla loro popolarità. A chi tenta di imitarli sfugge che sono un originale unico e di matrice non duplicabile (i Ferragnez sono geniali nel loro genere, rinunciate ad essere come loro altrimenti sarà un fallimento).
Chiara e Fedez sono la coppia di genitori più seguita del fanatamondo (volendo parafrasare il passaggio tratto dall’articolo di Repubblica).
Stanno per diventare nuovamente genitori e Baby ha già un box dedicato su Instagram dove il mondo intero può ammirarne anche il profilo in 4D, così come catturato dalla sonda dell’ecografo e alla presenza del papà. Baby sarà bellissima, le immagini ecografie non mentono!
I Ferragnez hanno fatto una scelta perfettamente in linea con la loro vita, infatti questa famiglia ha costruito il proprio lavoro e la propria carriera anche sull’esistere in “forma condivisa e pubblica”.
A fronte di ciò, è più preoccupante la scelta di quella moltitudine di influencer che “giocano a fare la Ferragni”, ovvero vogliono diventare come Chiara Ferragni senza avere i numeri, il substrato e il “tornaconto” della signora Ferragnez.
Giocare a diventare come Chiara Ferragni è non proficuo e può trasformarsi in un vero fallimento. Cosa intendo dire?
Siccome Chiara e Fedez sono the Queen and the King della rete, i loro figli, Leo e Baby, sono parte di una scelta lavorativa e esperienziale che li coinvolge completamente. Se, in qualità di genitori, non avessero deciso di gestirne in prima persona l’immagine pubblica dei bambini, certamente, sia Leone che Baby, sarebbero stati inseguiti e braccati dai paparazzi. Quindi quello che è più pericoloso e degradante sono la miriade di altre mamme, aspiranti influencer o con ambizioni da blogger, che espongono i figli alla loro stessa ricerca di una visibilità medianica.
Rispetto alla scelta di condividere ogni attimo della vita dei propri bambini, l’attitudine a postare ogni cena, pranzo, cambio di pannolino o bagnetto si traduce in un “invito a guardare dal buco della serratura” con una compromissione di quella privacy che altrimenti nessuno lederebbe. La privacy dei bambini è importante.
Esporre i figli “non famosi per nascita” in rete porta con sè più conseguenze non trascurabili.
Achi è ancora convinto di poter e voler essere come Chiara Ferragni consigliamo anche di leggere le risultanze di una ricerca pubblicata su TheAtlantic.com da noi sintetizzate nell’articolo: Cosa condividono i genitori sui social – traumi e danni per i figli.
Volete essere come Chiara Ferragni? Sappiate che i vostri figli non avranno, come invece posseggono già Leone e Baby, una rilevanza pubblica e un patrimonio di fantamiliardi a garanzia, tutela e giustificazione della loro popolarità.
Esporre i bambini in rete comporta più rischi, proviamo a fare chiarezza nella sintesi che segue:
- i bambini sono mutevoli, hanno diritto a sviluppare attraverso il loro divenire in cambiamento una propria personalità che deve mettersi alla prova nel privato e nella concreta vita di relazione (l’approdo alla vita social è successivo e graduale);
- tra gli 8 e i 10 anni, a seconda dello sviluppo emotivo e emozionale del bambino, il figlio diverrà abbastanza grande da partecipare alla vita social del genitore. E’ importante che sia accompagnato nella valutazione autonoma di cosa esporre e cosa no del proprio essere interiore e della propria persona esteriore.
Del resto, se vogliamo che nostro figlio rispetti la sua immagine e la sua persona, e faccia altrettanto con l’immagine e l’identità altrui, non esiste altra strada che educarlo al concetto della libera scelta: “Tuo è il volto, tua la persona e tu decidi cosa condividere e cosa no, io, anche se sono la tua mamma o il tuo papà, ti chiedo il permesso di condividere pubblicamente le tue foto.”.
I figli sono solo frecce al nostro arco, non ci appartengono come proprietà.
Quella che a noi può sembrare una rappresentazione innocua di nostro figlio, persino bella e condivisibile (come la prima pipì nel vasino), per lui, un domani, può trasformarsi in un’immagine oppositiva, mortificante o diventare oggetto di atti di bullismo. Immaginatevi se il bulletto di turno scova in rete la foto di vostro figlio tutto nudo sul vasetto o nella vasca, magari mentre la mamma si vanta della migliore cacca del web o del più bel pesciolino della rete, cosa può accadere? E non ditemi che non avete mai visto condivisioni di questo tipo!
Insomma, il messaggio di questo scritto vuole essere uno soltanto:
una volta fu la televisione, oggi è internet, ma sappiate che nessuna forma di popolarità è così facile da raggiungere. In un mondo in cui la privacy è sempre più minimizzata, educate i vostri figli alla massima tutela della loro privatezza, almeno finchè il suo sacrificio non sia veramente necessario o indispensabile.
Se volete acquisire uno spazio e una credibilità in rete provate a farlo con dei contenuti che siano di ispirazione per tutto il vostro pubblico. Resta molto rischioso esporre, soprattutto un minore molto piccolo e inconsapevole, specialmente se detta esposizione avviene dinnanzi a un pubblico estraneo (quindi fuori dalla cerchia familiare e amicale).