Gli studenti dovranno misurare la febbre a casa, lo ha ribadito la Ministra Azzolina, ma è stato sancito molto prima in un documento ufficiale cresimato dal Comitato Tecnico Scientifico in data 28 maggio.
Gli studenti dovranno misurare la febbre a casa, una scelta che il Ministero accoglie su istanza e decisione del comitato tecnico scientifico.
La “responsabilità”, come ammesso dalla stessa Azzolina, è delle famiglie: la febbre va misurata prima di andare a scuola, autonomamente e a casa con l’indicazione di buon senso di rimanere al proprio domicilio in caso di temperatura superiore a 37,5.
Perché la temperatura ai bambini va misurata a casa e non a scuola? Perché gli studenti dovranno misurare la febbre a casa autonomamente e senza nessun riscontro una volta varcati i cancelli dell’Istituto? Sono queste le domande che si pongono le famiglie.
Durante un intervento pubblico a La7, la Ministra chiarisce che con 35mila morti per Covid-19 nel nostro Paese non si può pensare di andare a scuola con 37,5 di temperatura, è una ragione di buon senso e precauzione.
Siccome uscendo con la febbre si corre il rischio di spargere il virus per strada, autobus, treni e metropolitane comprese, in un ottica di limitazione del contagio dovranno essere le famiglie ad assumersi la responsabilità del controllo della temperatura.
Una volta a scuola, però, non ci sarà nessun secondo riscontro pertanto ciascuna famiglia responsabile, che affidi il proprio figlio all’istituzione scuola, dovrà fidarsi della responsabilità (eventuale) delle altre famiglie.
Non è, allo stato attuale, prevista la presenza dei termoscanner a scuola.