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Vittima di violenza domestica incinta al 6°mese, abortisce

di Federica Federico

17 Luglio 2020

La violenza domestica è tanto più pericolosa quanto più resta sola la donna che la subisce. L’isolamento della quarantena ha reso la violenza più forte e cruenta e sono molte le vittime che durante il lockdown hanno vissuto nel terrore delle percosse, delle mortificazioni psicologiche e con la frustrazione di non poter rifuggire.

 

Gli effetti di tutto questo dolore potrebbero non restare nascosti perché la violenza è un mostro con cui gli uomini alimentano la loro stessa crudeltà ed ecco che non possono non mangiare ancora e ancora delle lacrime, del sangue e del dolore delle loro donne.

Vittima di violenza domestica, perde il suo bambino

Vittima di violenza domestica, perde il suo bambino. Fonte immagine 123RF.com

 

A Napoli una donna incinta, già vittima di violenza domestica dal 2016, è stata così ferocemente percossa da arrivare all’aborto.

 

Ha perduto suo figlio nella serata di martedì scorso; lunedì, quando è arrivata in ospedale le sue condizioni sono apparse subito critiche: il corpo della donna era pieno di lesioni pluriaggravate e il pancione palesava subito un avanzato stato di gravidanza.

 

Vittima di violenza domestica

Vittima di violenza domestica, perde il suo bambino.Fonte immagine 123RF.com

 

Vittima di violenza domestica e incinta al sesto mese arriva in ospedale in condizioni preoccupanti e il bimbo nel suo grembo non ce la fa.

 

Il referto medico indica fratture multiple con ecchimosi su svariate parti del corpo, la furia del marito non ha risparmiato la pancia.

Il ricovero avviene in ginecologia, ma lì i medici non possono fare molto per il bambino: la gravidanza si è interrotta e il feto è morto.

 

L’uomo è stato arrestato, ha 39 anni e dal 2016 sottopone la moglie a maltrattamenti fisici e psichici. Stando alla ricostruzione dei fatti, così come trapela dagli organi di stampa, dallo scorso marzo 2020 la violenza quotidiana subita da questa donna si è fatta più pressante.

 

Non una ma tante sono le vittime di violenza domestica, molte restano nell’ombra. Storie come questa devono far riflettere su due aspetti opposti ma collimanti: le donne hanno diritto a conservare la loro dignità intatta, questo diritto risiede in ogni madre e donna, in ogni fascia sociale e in qualsiasi condizione economica.

Chi sospetta che una donna sia “violata” in questo senso non può e non deve fingere di non vedere.

Da parte loro le donne vanno messe in condizione di denunciare, ma senza paura di perdere oltre alla dignità anche tutto il resto. Nello specifico, questo compito di tutela della vita delle donne è un dovere dello Stato che va preteso con decisione.



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