Le scuole inglesi potrebbero riaprire il 1° giugno, ma l’ambizione del governo si sta scontrando con le polemiche divampate tra i genitori dopo che una scuola elementare del Regno Unito, la Holywell Village First School (HVFS) di Northumberland, ha pubblicato le sue regole anti-Covid tradotte in “forti” immagini di distanziamento sociale tra i bambini.
Il distanziamento sociale tra i bambini ha dei limiti fisiologici dettati dalla oggettiva difficoltà del bimbo di “limitare il proprio corpo e il proprio istinto”.
Possiamo dire a un bimbo dell’asilo che è caduto e si è fatto male di smettere di piangere rinunciando all’abbraccio consolatorio della maestra? Possiamo imporgli di disinfettarsi da solo l’eventuale abrasione sul ginocchio, sperando che lo faccia efficacemente e senza un enorme stress emotivo? Possiamo sempre tenerlo a distanza di sicurezza dal suo amico del cuore?
Il distanziamento sociale tra i bambini è orribile da guardare già solo significato nelle tracce segnate sull’asfalto del cortile o sui banchetti delimitati col nastro adesivo.
Dinnanzi alle “bolle sicure” indicate dalla Holywell Village First School (HVFS) di Northumberland, è lecito chiedersi se il il distanziamento sociale non diventi una prigionia per i bimbi, un’educazione indiretta alla peggiore chiusura in se stessi e alla paura.
Il Metro.co.uk dà testimonianza della bufera mediatica scatenata dal post Facebook della Holywell Village First School (HVFS) di Northumberland che dava indicazione proprio a proposito delle “bolle di gioco”, ovvero delle aree del cortile esterno singolarmente delimitate da hula hoop di plastica e assegnate a ciascun bambino come “spazi sicuri di gioco”.
Difficile credere che un bimbo di tre o quattro anni possa giocare liberamente nello spazio di un cerchio di plastica reprimendo la voglia di correre delle gambette irrefrenabili. E se facesse la pipì? E se violasse le regole saltando nel cerchio del compagno? E se restasse “intrappolato” da quel tondo segnato per terra sino a perdere la sua voglia innata di scoprire e comunicare? Queste solo alcune delle domande dei genitori.
La Holywell Village First School (HVFS) di Northumberland dà la misura della difficoltà di coordinare il distanziamento sociale tra i bambini con la realtà fisiologica dei piccoli: maestre a 2 metri dai bambini e mascherine come regola generale.
Di fatto il governo inglese spinge per la riapertura graduale delle scuole, ma la Holywell Village First School ammette che i dispositivi anti-Covid a disposizione del personale non sono bastevoli per garantire la comune assistenza ai bimbi, lo fanno sapere i dirigenti. Pertanto si rende noto ai genitori che i piccoli saranno fisicamente assistiti solo in caso di malessere e vomito, quando dovranno andare in bagno saranno chiamati a fare da soli, ugualmente se dovranno disinfettare delle piccole ferite e laddove non riescano ad auto-curarsi resteranno bagnati o sanguinanti per tutto il tempo necessario al genitore per arrivare a scuola.
Anche la mensa cambierebbe con le nuove regole anti-Covid perchè non verrebbero forniti pasti caldi. Senza contare che ai genitori sarebbe vietato l’ingresso nell’edificio scolastico.
Non solo distanziamento sociale tra i bambini ma anche diverse precauzioni igieniche relative ai materiali in loro disponibilità.
Molte delle attrezzature e dei giocattoli presenti presso la Holywell Village First School non saranno più a disposizione dei bambini: la scuola fa sapere che, in ragione dell’impossibilità di disinfettare con costanza tutti i materiali comunemente presenti in aula, molti di essi non saranno più disponibili, ovvero non saranno più a disposizione della comunità-classe, resta prioritaria la salute del bambino. Forse il concetto stesso di comunità-scolastica e comunità-classe resta profondamente minato e l’uso dei materiali ne è triste emblema.
Per di più, e qui si rasenta l’inverosimile, vi sarebbero orari prestabiliti per usufruire dei servizi igienici, pertanto, stando al regolamento anti-Covid della Holywell Village First School, fuori dalle urgenze i bambini non potrebbero andare al bagno ogni qualvolta ne sentano il bisogno.
Peccato che una mamma sa bene che un’urgenza per un bambino è già una cacca o una pipì nella mutandine … e quando la frittata è fatta, l’educatore dovrebbe bilanciare la necessità anti-Covid che il bimbo si pulisca da solo col bisogno emotivo di non ledere la sua autostima e di non lasciarlo preda del dolore intimo e della frustrazione.
Distanziamento sociale fra i bambini per mantenere i bimbi stessi e il l personale delle scuole in totale sicurezza, ma è possibile farlo senza arrecare ai nostri figli un trauma maggiore di quello della quarantena?
Kristina Richards, 29 anni, una delle mamme della Holywell Village First School, ha dichiarato: “Come possono i bambini del primo anno avere un orario dedicato alla toilette? Sono bambini piccoli e se hanno bisogno di andare in bagno, allora devono farlo. Nessun bambino di 4/5 anni dovrebbe disinfettare da solo le proprie ferite. E se non possono farlo, verrà chiamato un genitore. E se quel genitore è tornato al lavoro? Ciò significa che questo bambino deve aspettare forse un’ora prima che arrivi un genitore per cambiargli i vestiti sporchi o per pulirgli le gambe sanguinanti? È ridicolo.“
Tra le ulteriori regole anti-contagio una è particolarmente delicata per le famiglie in condizioni di bisogno: la Holywell Village First School ammette che i bambini non indossino più la divisa purché i loro vestiti e anche il soprabito sino lavati tutti i giorni. Un giubbotto può non asciugarsi da un giorno all’altro, come le scarpe, come anche i vestiti se la mamma torna dal lavoro alle 19:00 e non può affrontare la lavatrice prima di allora. Pertanto questa regola impone alle famiglie di avere più di un giubbottino e non per tutte è così.
Se questa nota a margine ad un lungo elenco di regole folli vi sembra la meno importante, vi invito a riflettere sulla discriminazione, imporre a una famiglia di avere più vestiti a disposizione, perché anche il giubbotto va lavato tutti i giorni, indirettamente riesce a diventare un’imposizione discriminatoria se quella famiglia è povera o se la mamma lavora fino a tardi e non può permettersi una grande disponibilità di vestitini di ricambio.
Il segretario all’istruzione Gavin Williamson ha sottolineato che la riapertura graduale delle scuole implica oggi un dilemma morale per i genitori combattuti sul da farsi, precisando comunque che i genitori britannici non saranno multati se non rimanderanni i loro figli a scuola. L’assenza di sanzioni non risolve però i problemi delle famiglie, si consideri che molti nuclei familiari non hanno scelta poiché sempre più cittadini inglesi vengono richiamati al lavoro in presenza.
L’esempio e le riflessioni ispirate dalla Holywell Village First School hanno un valore assoluto, le problematiche sembrano essere assolutamente comuni a qualunque scuola in qualunque posto del mondo e la domanda è una sola: si può trasformare la comunità scolastica in un luogo in cui si debba vivere la socialità e l’educazione ancorati al perimetro di un cerchio mono-porzione?