La fase 2 è ufficialmente iniziata lo scorso lunedì 4 Maggio, ciò non significa che possiamo abbassare la guarda, al contrario resta più forte che mai l’invito alla protezione di se stessi e degli altri in quanto il virus non è stato debellato in maniera definitiva.
Al fine di prevenire e/o mitigare il rischio di contagio, è importante non sottovalutare la correlazione tra coronavirus e occhiali, soprattutto a seguito della pubblicazione della recente ricerca effettuata dagli studiosi dell’Istituto Spallanzani di Roma.
Coronavirus e occhiali: la ricerca che ha isolato virus nelle lacrime.
È ormai noto che la trasmissione del virus SARS-CoV-2 avviene da persona a persona attraverso il droplet, le così dette goccioline respiratorie che si espellono quando si parla, tossisce o starnutisce. Inoltre, essendo stata segnalata la congiuntivite come uno dei sintomi del Covid-19, gli occhi, assieme alla bocca e al naso, diventano una “porta d’ingresso” per il virus.
Lo studio effettuato dai ricercatori dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive (INMI) “Lazzaro Spallanzani” di Roma, pubblicato il 17 aprile scorso sulla rivista medica “Annals of Internal Medicine”, ha permesso di isolare il SARS-CoV-2, virus che scatena la malattia respiratoria infettiva Covid-19, dalle secrezioni oculari di una paziente risultata positiva al nuovo coronavirus.
Nello specifico si tratta di una donna di 65 anni proveniente da Wuhan (Cina), arrivata in Italia lo scorso 23 gennaio e ricoverata presso lo Spallanzani il giorno 29, ossia un giorno dopo aver manifestato dei sintomi. Sottoposta subito al test, risultato positivo, la paziente, oltre a febbre, nausea, vomito, mal di gola e corizza, aveva una congiuntivite bilaterale persistente che ha spinto i medici ad indagare ulteriormente.
Dopo aver raccolto un campione delle sue lacrime con un tampone oculare, i ricercatori sono riusciti ad isolare dalle secrezioni l’RNA virale, ovvero il materiale genetico del virus SARS-CoV-2. Quest’ultimo, seppur con concentrazione decrescente, è stato poi trovato nei campioni raccolti nel periodo successivo, fino al 27esimo giorno di ricovero.
“Abbiamo scoperto che i fluidi oculari dei pazienti con infezione da SARS-CoV-2 possono contenere virus infettivi e quindi possono essere una potenziale fonte di infezione. Questi risultati evidenziano l’importanza delle misure di controllo, come evitare di toccare naso, bocca e occhi e lavarsi spesso le mani”.
In breve gli occhi non rappresentano più solo una “porta d’ingresso” per il virus, ma possono diventare una vera e propria fonte di contagio.
La ricerca italiana ha inoltre messo in evidenza come il virus permane nell’occhio molto più che nel naso. Nell’articolo pubblicato sulla rivista medica infatti si legge che “l’RNA SARS-CoV-2 è stato rilevato in tamponi oculari giorni dopo che non era rilevabile nei tamponi nasali”.
Ciò ci fa comprendere quanto sia importante la protezione dell’occhio, anche attraverso l’uso degli occhiali.
Coronavirus e occhiali: come proteggere gli occhi nella fase 2.
Come già accaduto per la prima fase della pandemia, anche in questa viene sconsigliato l’uso delle lenti a contatto mentre è sempre più discusso l’argomento coronavirus e occhiali.
Secondo il professore Claudio Savaresi, responsabile dell’Unità di Oculistica del Policlinico San Marco, struttura bergamasca del Gruppo San Donato e C.V.B. di Palazzo della Salute, diventa fondamentale proteggere gli occhi in questo periodo per evitare il loro affaticamento a seguito dello Smart Working o della Didattica a Distanza, nonché per limitare il contagio.
Occhio secco: studenti a rischio con DaD
“Innanzitutto dobbiamo obbligatoriamente indossare tutti mascherine avvolgenti a copertura di naso e bocca anche nelle finestre laterali, e guanti, lavare le mani spesso, tutti dovremo indossare gli occhiali per proteggere e migliorare l’apparato oculare e visivo nel tempo”.
È quanto dichiara l’oftalmologo nel corso di un’intervista a Panorama inerente la fase 2, per l’esperto coronavirus ed occhiali vanno di pari passo, infatti consiglia di indossare lenti protettive e occhiali avvolgenti così da poter contrastare il contagio.
Aggiunge inoltre di non trascurare l’occhio e di proteggerlo effettuando un’adeguata igiene oculare che può ridurre in modo significativo le infezioni.
“Vediamo quali sono le cattive “abitudini” per la salute dell’occhio: la scarsa igiene oculare, una inadeguata rimozione del make-up a fine giornata, lo sfregamento delle palpebre con le mani non lavate oppure la mancanza di adeguate protezioni, come occhiali da sole filtranti e quindi protettivi per tutto l’apparato oculare dalla cornea, al cristallino e alla retina”.
Quindi non solo coronavirus e occhiali, l’oftalmologo ha posto l’attenzione anche sulla pulizia e sull’idratazione dell’occhio che può essere effettuata attraverso delle gocce oculari, il cui impiego richiede sempre un preventivo consulto medico, nonché del riposo della vista, soprattutto per coloro che trascorrono molto tempo davanti allo schermo del pc o di altri dispositivi.
A questi ultimi il medico consiglia di distogliere lo sguardo dal monitor ed effettuare alcuni esercizi distensivi come sbattere le palpebre oppure dirigere lo sguardo prima in alto a destra e poi in alto a sinistra così da aumentare la lacrimazione e favorire l’umidificazione dell’occhio.
In alternativa si può attuare la regola del 20-20-20.
Fonte: Panorama – Annals – INMI