Stare a casa, anzi restare a casa, è oggi più che mai importante, nel pianoro dei contagi, ovvero in quella fase in cui i contagi hanno smesso di crescere, è fondamentale spingere verso un’ulteriore decrescita della curva epidemica, nell’auspicio che il suo appiattimento arrivi a salvarci. Intanto, però, abbiamo scavalcato il mese di quarantena e sono sempre di più le mamme preoccupate per gli eventuali effetti psicologici della quarantena sui bambini.
Effetti psicologici della quarantena sui bambini: ricerchiamo soluzioni adattative efficaci e ragioniamo per dati e fatti concreti.
I nostri bambini sono stati tutti, nessuno escluso, educati alla socialità:
- si è detto che persino il nido li liberava al mondo concorrendo a farli crescere forti in autostima e capaci in espressività del sé;
- la scuola è stata studiata e costruita come palestra di relazioni sociali;
- le città si sono articolate intorno al concetto di cittadinanza intesa come espressione dell’incontro dei bisogni manifesti degli individui;
- lo sport, considerato anche come esperienza condivisa e collettiva è stato risolutore di disagi e ostacoli per i bambini e i ragazzi;
- la fede ha sperimentato l’aggregazione sociale dei più piccoli negli oratori e lo scautismo per ragazzi è nei libri di pedagogia.
Fino ad ieri, nulla del nostro vivere era orientato all’isolamento, il bambino era rivolto alla società, veniva supportato dalla famiglia a prenderne parte, cresceva come elemento e membro sociale e relazionale. All’improvviso i bambini sono stata rinchiusi in casa, depauperati dell’apertura al mondo, privati della socialità spaziale e fisica, costretti ad essere guardinghi rispetto all’incontro col prossimo.
Pertanto, laddove si intenda parlare di effetti della quarantena sui bambini, si deve innanzitutto riconoscere questo necessario ma improvviso cambio radicale di rotta: allontanati dalla socializzazione, i bambini si trovano oggi in una posizione di “contraddizione” con la loro stessa educazione e cultura.
Tutti noi abbiamo perduto i più comuni e banali punti di riferimento, le abitudini di ciascuno sosto astate stravolte e soprattutto è stata compromessa fortemente la nostra libertà: siamo come animali in gabbia, pur nella raziocinante consapevolezza che questa gabbia ci sta salvando la vita.
Il raziocino degli adulti non si può applicare ai bambini piccoli nè si può pretenderlo da loro, anche se hanno più spirito di adattamento. La difficoltà a comprendere quanto possa essere importante la quarantena deve essere supportata dal ruolo di guida e di filtro del genitore, perciò più la quarantena è serena nell’ambiente domestico meno il bambino ne risentirà.
Con riguardo ai ragazzini, lo stimolo alla comprensione dell’importanza del distanziamento sociale attenuerà la ricaduta emotiva dell’isolamento. Anche qui, il responsabile della consapevolezza dei ragazzi è il genitore.
Effetti psicologici della quarantena sui bambini: genitore responsabile, genitore cuscinetto, genitore comprensivo ma serio, tutto questo non significa che non si possa cadere nei litigi e nel nervosismo.
Come genitori non sentitevi sbagliati se la rabbia, di tanto in tanto, esplode, se l’ansia preme sul petto o se il pianto vince anche voi esplodendo sul viso.
Piuttosto liberate le emozioni, verbalizzatele col compagno o con i vostri conviventi, questi sfoghi tra adulti potranno evitare di rigettare le negatività sui più piccoli e potranno aiutare le coppie e le famiglie a farsi supporter di se stesse: se sta male la moglie sarà il marito a fare da supporto e viceversa, nessuno deve chiudersi nel proprio silenzio e nella propria paura.
Il rapporto di interscambio tra adulti vale anche se in casa convivono nonni o zie, nelle famiglie più allargate per coabitazione la solidaroietà di supporto della quarantena deve interessare tutti: oggi, nelle nostre case, non c’è paura o ansia che possa essere lasciata pesare sul singolo, ogni membro della famiglia va protetto dalla solitudine della sofferenza emotiva. Si potrebbe ri-usare il celebre modo di dire:”l’unione fa la forza”.
Effetti psicologici della quarantena sui bambini: non nascondete la tristezza ai bimbi, ma raccontatela loro con un lieto fine.
Se i bimbi percepiscono la forza dei genitori, nel superamento della tristezza e della paura faranno altrettanto e saranno ugualmente pronti alla gestione dei propri sentimenti.
Tra gli effetti psicologici della quarantena sui bambini, e non solo, anche sugli adulti, ci sarà una possibile emotività altalenante:
l’umore potrebbe variare da pessimo a buono, l’ansia, la rabbia, l’ aggressività verbale e la paura potrebbero farsi avanti inaspettatamente. Come gestire tutto questo? E come limitare gli effetti psicologici della quarantena sui bambini e sui genitori?
E’ di massima importanza porsi micro e macro obiettivi, purché siano fattibili.
Un macro obiettivo può essere l’acquisto del gatto o dell’acquario oppure dipingere la stanzetta; un micro obiettivo può essere giocare a guardia e ladri tutti insieme entro l’ora di cena.
In ogni caso, la prima regola è non fare promesse che non potranno essere mantenute: non promettete viaggi in date precise, non indicate ai ragazzi date della fine dell’emergenza, non promettete loro che riabbracceranno subito o prestissimo amici cari, nonni, parenti e maestre.
Se i macro obiettivi ci ricordano che il mondo fuori ci aspetta, i micro obiettivi spostano la nostra ambizione sulla vita concreta sottraendoci dalla pericolosa concentrazione sulla sola fine della quarantena.
Troppi adulti sono concentrati solo sulla fine della quarantena e tendono a spingere la concentrazione dei figli nella stessa direzione, siccome questa “fine” è indeterminata, e per certi versi indeterminabile, il bambino potrebbe rimanere ancor più disorientato.
Effetti psicologici della quarantena sui bambini e cura della persona.
La quarantena non deve imbrutire la persona: lavarsi, avere cura del proprio corpo, essere in ordine per se stessi, prima che per il mondo, fa parte di un’educazione al rispetto del sè che ora è indefettibile e significa anche mantenere una metrica del quotidiano quanto più ordinata possibile.
Fate sì che bambini e ragazzi prendano esempio da voi genitori: ogni mattina lavatevi e vestitevi senza lasciare il vostro corpo e la vostra persona in una condizione di abbandono sistematico. Abbiate cura che i bimbi e i ragazzi facciano altrettanto.
Tutto ciò non equivale a non concedersi qualche spazio di “trascuratezza” (ci sono giornate che, per quanto rare, io chiamo giornate del pigiama) ammettendo che si possa cedere anche al non fare niente. Come adulti, concedetevi momenti di introspezione e persino di dispersione delle energie mentali, ammettete che i bambini possano avere, invece, momenti di “sconforto” e aiutateli a trasformarli in quell’adulta introspezione a cui da soli potrebbero non avere accesso.
Effetti psicologici della quarantena sui bambini: non alimentate le fobie, razionalizzate e rispondete con verità alle domande dei vostri figli.
La paura dei bambini è esattamente come la paura degli adulti: in questo momento ne abbiamo molta e tutti perchè siamo dinnanzi a una situazione non prevedibile e che non sappiamo razionalmente gestire poichè non ci siamo mai trovati in circostanze simili.
I bambini possono reagire con sintomi regressivi (potrebbero bagnare il letto, cosa che magari non facevano da tanto tempo, oppure rifugiarsi di notte nel lettone di mamma e papà); si stima che un bambino su quattro abbia aumentato la richiesta di affettività fisica, ovvero vicinanza fisica ai genitori, soprattutto durante la notte quando il buoi e il silenzio rendono le paure e le ansie più manifeste; è facile che i bimbi dormano male, possono svegliarsi a causa di un incubo o avere un sonno agitato e leggero; non mancano neanche i bimbi che si destano piangendo nel cuore della notte; il cattivo sonno e l’ansia tendono a sviluppare irritabilità nei bambini, cosa che peraltro interessa anche gli adulti.
Inoltre, la restrizione domestica porta il bambino a diventare oppositivo e a sviluppare una spiccata ritrosia alle regole, così aumentano i capricci e le richieste impossibili da soddisfare; l’umore altalenante è strettamente correlato alla perdita della metrica quotidiana e della relazione sociale; il bombino può diventare aggressivo e ingestibile.
Queste condizioni potrebbero essere aggravate dallo stress da Tv o da videogioco, cioè da una esposizione eccessiva alla televisione e anche ai dispositivi elettronici. Laddove lo stress da tv rischia di aumentare in ragione dei contenuti di ciò che si vede, ovvero se la televisione (ed anche internet) diventano fonte e causa di una ossessione verso la malattia.
In genere non è un bene che un bambino senta parlare continuamente di Covid-19, evitate che fruisca della televisione e di internet come strumenti compulsivi di approvvigionamento di notizie, a seconda dell’età e dello sviluppo individuale, questa fame di conoscenza potrebbe trasformarsi in confusione e avvilimento.
Sforzatevi di permettere al bambino di avere una giornata varia e caratterizzata da un a pluralità di attività in cui l’uso del corpo (anche la manipolazione) abbia un peso specifico valido. Se la scuola sovraccarica di videolezioni e compiti, non abbiate paura di contattare i docenti per scegliere approcci misurati alla condizione dei bambini e dei ragazzi. Ricordate loro che il limite attentivo di un bambini dinnanzi a uno schermo è più basso di quello che un bambino può mantenere durante una lezione in presenza.